«Buonasera, sono il dottore di turno al Pronto soccorso di Locri, aiutatemi: bisogna cercare una bambina di 2 anni in imminente pericolo di vita». La telefonata del medico ai carabinieri ha subito fatto scattare le ricerche nel circondario e, dopo attimi di apprensione e paura, alla fine tutto si è concluso con un lieto fine.

Riavvolgendo il nastro, la storia ha avuto inizio nel primo pomeriggio del 14 gennaio, quando una giovane coppia ha portato al locale nosocomio la propria secondogenita che lamentava forti dolori. La piccola è stata subito presa in carico dal personale sanitario: in seguito agli esami di laboratorio che hanno rilevato un valore delle piastrine così basso da far presagire il rischio di emorragia interna, è stato disposto l’immediato trasferimento al Gom di Reggio Calabria ove la bambina avrebbe ricevuto vitali e più specifiche cure mediche. 

Nel momento in cui il dottore di turno al Pronto soccorso si è recato a darne comunicazione alla famiglia, ha scoperto che genitori e bambina avevano lasciato l'ospedale senza nessun avviso. Grande la preoccupazione tra i sanitari, che hanno così deciso di allertare la centrale operativa della Compagnia di Locri.

I militari dell’Arma, in poche ore, sono riusciti a rintracciare l'abitazione temporanea della famiglia, nonostante le obiettive difficoltà affrontate legate alla disponibilità di dati anagrafici parziali della minore. I genitori alla vista dei carabinieri, comprendendo il pericolo per la loro bambina, sono scoppiati in lacrime. La lucidità dei militari ha permesso di assicurare sia un idoneo e sicuro supporto alla famiglia che il raggiungimento sul posto dell’ambulanza che celermente ha provveduto a trasferire la bambina, scortata dagli operatori di polizia, al Gom di Reggio Calabria.

I recenti contatti con i dottori, nonché la visita dei carabinieri alla famiglia, hanno permesso di apprendere che le condizioni della bambina sono migliorate e la speranza che la stessa possa ritrovare al più presto il sorriso, dopo il forte spavento, è decisamente aumentata.

Un episodio questo - scrivono i carabinieri in una nota - che racconta la sensibilità del personale in camice bianco e l’indispensabile e complesso operato degli uomini e delle donne in uniforme, ma soprattutto la felicità di una famiglia che ha avuto modo, nella circostanza, di percepire l’affetto e la vicinanza dello Stato e degli appartenenti alle sue istituzioni.