Galeotto fu l’articolo pubblicato dal Riformista, a firma di Tiziana Maiolo, lo scorso 11 agosto? Nel quale il giornale diretto da Piero Sansonetti, lanciando l’ennesima invettiva contro il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e contestando la persistenza della misura cautelare degli arresti domiciliari (dopo la detenzione nel carcere di Nuoro) svelava quelle “carte” che la difesa di Giancarlo Pittelli avrebbe inteso – così a più riprese avevano detto i legali dell’ex parlamentare tra gli imputati chiave del maxiprocesso Rinascita Scott – mantenere riservate? Da qui avrebbe tratto origine il doppio colpo di scena che ha segnato la ripresa del dibattimento ripreso stamani nell’aula bunker di Lamezia Terme?

Atto primo: la presidente del collegio giudicante Brigida Cavasino spiega che «l’avvocato Salvatore Staiano ha depositato rinuncia alla difesa dell’imputato Pittelli». Un fatto che non poteva non destare clamore. In fondo Staiano, specie nel corso del rovente controesame del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, è stato finora uno dei principali protagonisti del “maxi”. Passano circa due ore e nell’aula bunker giunge l’altro difensore di Pittelli, Guido Contestabile che prende la parola e deposita una nuova nomina da parte del suo assistito a beneficio dell’avvocato Staiano, che – telefonicamente – dice: «Tutto nasce dall’articolo del Riformista, io i processi li faccio in Tribunale…», afferma laconico lo stesso Staiano.

«Intendo confermare la piena fiducia nei confronti del mio difensore avvocato Salvatore Staiano – si legge nel documento firmato da Pittelli e depositato agli atti dall’avvocato Contestabile –. Nel contempo – è scritto ancora – intendo scusarmi con quanti hanno potuto ritenere oltraggioso il contenuto dell’articolo pubblicato dal Riformista nel quale sono riportati passi di mie personali considerazioni svolte ed inviate dal chiuso della cella del carcere di Nuoro alla ricerca spasmodica di motivazioni correlate alla mia cattura che reputo, tuttora, assolutamente ingiusta attesa la mia totale estraneità ai fatti contestati».

Giancarlo Pittelli indica genericamente, così, «l’articolo del Riformista», senza specificare quale. Ma sembra alludere al suo «memoriale», che però è stato pubblicato dal giornale di Sansonetti il 18 marzo 2021. Un po’ datato, forse, per essere la causa di una clamorosa rottura con uno dei suoi difensori. Peraltro pubblicato precedentemente al controesame del collaboratore Mantella. Decisamente più prossimo, perché pubblicato proprio durante la pausa estiva, l’articolo “Pittelli deve marcire ai domiciliari, ormai è un sequestro di persona”, dove però non emerge alcun virgolettato attribuito a Pittelli, ma vengono incastonati una serie di dettagli sulle «carte difensive» delle quali, in pratica, solo il pool che assiste l’ex parlamentare azzurro aveva conoscenza, come ad esempio le presunte confidenze ricevute da Paolo Pollichieni (un grande giornalista che non c’è più e che per questo non potrà mai difendersi) sugli asseriti motivi di rancore che il procuratore Gratteri avrebbe nutrito verso l’odierno imputato del maxiprocesso.

Ancor più clamorosa, probabilmente, la rivelazione del Riformista su un’altra “carta”, ovvero le confidenze (sempre sul presunto rancore di Gratteri) che Pittelli avrebbe ricevuto direttamente da «un collaboratore di fiducia del procuratore capo di Catanzaro – scrive il Riformista – il maresciallo D’Alessandro». Si tratta dello stesso sottufficiale che più recentemente è stato coinvolto nell’indagine della Dda di Catanzaro denominata Basso profilo? Questo dettaglio, però, l’articolo del Riformista, quello dell’11 agosto, non lo chiarisce.