Gli avvocati dell'ex parlamentare hanno avanzato l'istanza al Tribunale del Riesame. Presentate due memorie
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È comparso questa mattina davanti al Tribunale della Libertà di Catanzaro il collegio difensivo di Giancarlo Pittelli, noto penalista catanzarese arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito della maxi inchiesta "Rinascita Scott", istruita dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Il collegio – composto dagli avvocati Salvatore Staiano, Enzo Galeota e Guido Contestabile – ha discusso due appelli avverso il rigetto della richiesta di gradazione della misura cautelare disposta dal gip del Tribunale di Catanzaro.
Durante l'udienza è stata richiesta la sostituzione della misura cautelare in carcere, attualmente Giancarlo Pittelli si trova recluso nell'istituto penitenziario di Nuoro, con gli arresti domiciliari nella sua abitazione romana.
Sono state, inoltre, depositate due memorie nelle quali si ripercorrono le circostanze che hanno infine condotto il gip a rigettare le richieste di sostituzione della misura cautelare.
Le memorie presentate
«L’ufficio di Procura – si legge – ha espresso parere contrario alla gradazione della misura, ritenendo sussistente il fondato e concreto pericolo d’inquinamento probatorio, anche alla luce dei contatti sociali e politici dell’avvocato Pittelli, e di un foglio, rinvenuto in sede di esecuzione della misura, recante uno schema manoscritto delle tematiche investigative contenute nell’ordinanza custodiale. A tal proposito occorre rilevare che la pubblica accusa ha prodotto al gip una nota del Ros di Roma relativa alla trasmissione del materiale cartaceo sequestrato a Giancarlo Pittelli, corredata da tutti i documenti sottoposti a sequestro. Tra essi, si trova il foglio di block notes a righe contenente appunti manoscritti con incipit: “Mancuso anni 80”. La medesima produzione è stata offerta al Tribunale del riesame nel corso dell’udienza del 9 gennaio 2020 e non possiede, quindi, il carattere della novità essendo stata già valutata dal Tribunale, in occasione del riesame, che non la ha ritenuta adeguata a rappresentare la ricorrenza del pericolo d’inquinamento della prova, insistito dal pubblico ministero nel parere espresso al gip».
«Pericolo insussistente»
«Quanto al secondo profilo, occorre osservare che il pm, stante il silenzio serbato sul punto, ha implicitamente riconosciuto l’insussistenza del pericolo di reiterazione della condotta ovvero il suo ridimensionamento in misura tale da apparire del tutto contenibile con la gradazione della misura carceraria che, all’evidenza, si manifesta come del tutto idonea a fronteggiare l’esigenze cautelari in tema di pericolo concreto di reiterazione del reato. Al riguardo, non può essere sottaciuto omesso nel giudizio cautelare che i reati contestati ed il pericolo ritenuto, richiedono necessariamente relazioni interpersonali impedite anche dalla misura domiciliare che, proprio per l’incidenza sulla condizione di libertà, che si traduce nella costrizione nel contesto domiciliare, nei divieti di incontro con soggetti estranei al nucleo familiare (composto oltre che dall’avvocato Pittelli dalla moglie dalla figlia, risultate estranee alle investigazioni), ed in quelli di comunicazione con gli estranei, rende del tutto improponibile – secondo le prescrizioni normative che richiedono che il pericolo cautelato sia attuale e concreto – la prospettazione che la gradazione della misura possa rappresentare l’occasione per la reiterazione dell’illecito».