Rinascita-Scott: la Dda indaga sulle elezioni comunali di Filandari

Il cognato dei Soriano puntava sul nipote Francesco Artusa, attuale referente cittadino della Lega. Ecco tutti i legami fra indagati, arrestati e candidati

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di G. B.
15 gennaio 2020
08:06

Viene intitolato “Linfluenza della ‘ndrangheta sulle consultazioni elettorali amministrative a Filandari” un apposito capitolo dell’inchiesta antimafia della Dda di Catanzaro (guidata dal procuratore Nicola Gratteri) e dei carabinieri denominata “Rinascita-Scott” che, dopo Vibo Valentia, Zungri, Pizzo e Ionadi, accende i riflettori sui rapporti fra mafia e politica.

Nel corso delle indagini sono infatti emersi i contatti intrattenuti da Orazio Lo Bianco (46 anni, di Vibo, arrestato quale elemento di spicco dell’omonimo clan, nonchè fratello del consigliere comunale di Vibo del Pd Alfredo Lo Bianco, pure lui arrestato) con Michele Guerrera, 60 anni, di Filandari (non indagato), “cognato dei principali esponenti del sodalizio Soriano – scrivono gli inquirenti – Leone e Gaetano, per averne sposato la sorella Soriano Maria Grazia”, quest’ultima attualmente sotto processo a Vibo Valentia, insieme al fratello Leone (arrestato per l’operazione “Rinascita”), nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Nemea”. 

Sotto processo per l’inchiesta “Nemea” anche Giuseppe Guerrera – associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico – figlio di Michele Guerrera e Maria Grazia Soriano. 

In particolare nel corso di una conversazione intrattenuta da Orazio Lo Bianco e Michele Guerrera “emergevano – scrive la Dda di Catanzaro – le palesi ingerenze della ‘ndrangheta sulle recenti consultazioni elettorali di Filandari per l’elezione dell’amministrazione comunale, tenutesi in data 10 giugno 2018. L’esito di tali consultazioni portava all’elezione a sindaco di Fuduli Concettina Ritaa capo della lista civica “Con e per la gente”, battendo le altre liste civiche “Il coraggio di cambiare” capeggiata da Grasso Mannina, un’altra capeggiata da Artusa Francesco Antonio ed “Orgoglio e Libertà” guidata da Saccà Francesca.


Il citato capolista Artusa Francesco Antonio, nato a Vibo Valentia il 14.04.1984 – rimarcano i carabinieri e la Dda di Catanzaro – è nipote del predetto Guerrera Michele e nella lista elettorale di Artusa figurava anche la figlia di quest’ultimo Guerrera Teresa”. Le dinamiche relative alle “candidature, alla campagna elettorale ed agli esiti delle consultazioni elettorali” venivano ampiamente riportate nel corso di alcune captazioni registrate esperite in seno all’operazione “Rinascita”. In data 11 giugno 2018, giorno seguente alle consultazioni elettorali a Filandari, Orazio Lo Bianco contattava infatti Michele Guerrera al quale chiedeva come fossero andate le elezioni per i suoi congiunti. Quest’ultimo spiegava che a vincere le elezioni era stata una donna, Rita Fuduli, posta a capo di un’altra lista elettorale, nonostante i congiunti di Guerrera “avessero riportato un considerevole numero di voti”.

Commentava in merito Michele Guerrera parlando con Orazio Lo Bianco: “E come poteva vincere mio nipote? Se facevano la lista unica con quell’altro vincevano loro, ma siccome non l’hanno fatta la lista…”. Michele Guerrera aggiungeva poi che se per lista fossero saliti due consiglieri, comunque la figlia e il nipote sarebbero stati eletti consiglieri comunali d’opposizione, altrimenti sarebbe salito il solo nipote, cioè Francesco Artusa, attuale consigliere di minoranza.

Michele Guerrera comunicava quindi ad Orazio Lo Bianco che “il sindaco neo eletto era “la Fuduli di Mileto”, cosa che insospettiva il Lo Bianco in quanto riteneva molto strano che un candidato proveniente da un altro paese fosse riuscito a battere la compagine della famiglia Guerrera (“da Mileto si presenta là e ha vinto?”). La risposta di Guerrera – spiegano gli inquirenti – era molto criptica e lasciava intendere come la stessa non poteva essere riferita per telefono, accordandosi con l’interlocutore di incontrarsi di persona per discuterne, evidenziando come vi fosse alla base una condotta illecita (“Qui c’è la grande matassa in giro – raccontava Guerrera al telefono – poi quando siamo vicino ti spiego e ti dico com’è”).

I due interlocutori pertanto si davano appuntamento di lì a breve, con Orazio Lo Bianco che raggiungeva Guerrera nell’abitazione della madre di quest’ultimo.

La visita di Lo Bianco a Guerrera

Tale incontro è stato registrato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo mediante attività di intercettazione telematica sul telefonino in uso ad Orazio Lo Bianco ed è stata così captata la conversazione alla presenza della madre di Guerrera, ovvero Artusa Nicolina. In tale occasione, Michele Guerrera ribadiva a Lo Bianco che il “proprio nipote Artusa Francesco non avrebbe potuto vincere le elezioni nonostante la figlia Guerrera Teresa avesse conseguito un consistente numero di voti, in quanto “con le altre liste che hanno fatto si sono divisi i voti”. Le convinzioni di Guerrera – rimarcano gli inquirenti – erano dettate dalla “consapevolezza che qualora il proprio nipote avesse aderito ad un’unica lista elettorale con la Fuduli sarebbe riuscito con certezza ad essere eletto”, mentre Orazio Lo Bianco era pronto a spiegare che se Artusa si fosse messo in lista con la Fuduli avrebbe fatto “il vicesindaco”. Pronta la risposta di Nicolina Artusa: “Non ha voluto lui”, riferito a Francesco Artusa, attuale consigliere comunale di minoranza.

In tale contesto la donna che partecipava alla conversazione comunicava come “tutti i voti della famiglia erano confluiti su Teresa Guerrera. La donna aggiungeva poi che vi era stata una proposta di accordo per la presentazione di un’unica lista tra Rita Fuduli e Francesco Artusa, ma quest’ultimo aveva rifiutato in quanto intenzionato a correre da solo per la poltrona di sindaco”.

Cichello e il boss Accorinti

A quel punto Orazio Lo Biancoriferendosi al sindaco Fuduli (di cui in precedenza Guerrera aveva spiegato che era originaria di Arzona ma si era sposata ed abitava a Mileto) domandava: “Ma è collegata con la ‘ndrina?”“La risposta di Guerrera – concludono gli inquirenti – era  alquanto esaustiva in quanto lo stesso esclamava: “Dice che c’era Cichello nel mezzo con Accorinti”.Orazio Lo Bianco non aveva quindi “alcun bisogno di chiedere ulteriori dettagli sull’identità di questi ultimi facilmente riconducibili ad Accorinti Giuseppe e Cichello Domenico, già rispettivamente quali vertice e sodale della consorteria di ’ndrangheta operante a Zungri, con influenza anche nei territori limitrofi come per Filandari”. La visita di Orazio Lo Bianco a Michele Guerrera si concludeva con le trattative per la compravendita di una pistola.

I legami di Artusa e Cichello

Per la cronaca: il consigliere comunale di minoranza Francesco Artusa (nipote di Michele Guerrera, quest’ultimo marito di Maria Grazia Soriano e quindi cognato del boss Leone Soriano) dall’ottobre del 2018 è il referente cittadino a Filandari della Lega di Salvini. 

Il padre di Francesco Artusa – di nome Luciano Marino Artusa – si trova attualmente imputato dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia per associazione mafiosa (clan Mancuso) nel processo “Costa Pulita” e poi anche per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico nel processo “Nemea” insieme ai Soriano di Filandari.

Nel dicembre del 2018, quindi, il consigliere di maggioranza di Filandari, Francesco Cichello (zio del Domenico Cichello arrestato ora in “Rinascita-Scott” per associazione mafiosa quale stretto sodale del boss Accorinti) ha rassegnato le dimissioni dalla carica. Il figlio Giacomo Cichello è infatti fra i coinvolti dell’operazione “Nemea” (narcotraffico, danneggiamento a colpi di pistola, incendio ed armi le accuse) e viene ritenuto dai carabinieri e dalla Dda di Catanzaro il “braccio operativo” del boss Leone Soriano. Non solo: Giacomo Cichello (primo cugino di Domenico Cichello) è stato di nuovo ora arrestato pure nell’operazione “Rinascita-Scott” (rigettato il suo Riesame) con la nuova accusa di associazione mafiosa e l’appartenenza al clan Soriano di Filandari.

Giornalista
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