Chiusi da stamattina i cancelli dell'impianto di Bucita. Il sindaco Stasi chiede l’immediata attivazione di un tavolo istituzionale
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Da questa mattina cancelli di nuovo chiusi all’impianto pubblico di Bucita utile al conferimento dei rifiuti e i cui scarti sono successivamente dirottati presso la discarica di San Giovanni in Fiore o in alternativa presso le strutture di Cassano e Rende (Calabria Maceri). Tornano quindi i disagi nelle comunità della Sibaritide: dove non c’è il sistema del porta a porta spinto i cassonetti si gonfiano a dismisura, mentre laddove il sistema della raccolta è di prossimità i sacchetti iniziano a moltiplicarsi.
Stasi: «Serve tavolo istituzionale»
Per il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi serve un tavolo urgente tra Regione Calabria ed Ato, esteso ai rappresentanti del governo nazionale, «affinché si affronti finalmente il problema disponendo degli strumenti tecnici ed amministrativi necessari per superarlo. Un problema che non può più essere scaricato sulla testa dei sindaci calabresi, tramutandoli di fatto nel capro espiatorio di un fallimento decennale della Regione Calabria e, appunto, dei governi nazionali».
Ancora disagi
Ad alimentare le difficoltà l’incendio delle ultime ore nella discarica pubblica di San Giovanni in Fiore. «Il conferimento degli scarti degli impianti di trattamento pubblici è ormai delegato a circuiti farraginosi e costosi, tra alti e bassi continui che rendono la raccolta degli rsu, della differenziata e persino degli sfalci del verde una vera e propria battaglia quotidiana. Una emergenza latente, prolungata, mai durata così tanto. Come sindaci siamo semplicemente esasperati da una surreale situazione in cui quotidianamente non si conoscono le quantità di indifferenziata e differenziata che si potranno conferire l'indomani. Si dirà che la responsabilità ultima è degli Ambiti territoriali ottimali, quindi dei sindaci stessi ed in parte è vero».
«Così come è vero – continua – che 15 anni di poteri speciali e di "sistemi di potere" costruiti intorno ai rifiuti regionali ci hanno consegnato un ciclo senza impianti o con impianti vecchissimi ed uno strumento, quello dell'Ato, sostanzialmente inutile perché privo di personalità giuridica. Mentre i grandi siti di smaltimento regionali, da Pianopoli a Columbra, si esaurivano, non sono state attuate le misure necessarie per rendere le comunità calabresi indipendenti dalle mega-discariche, consegnando ai deboli Ato un ciclo dei rifiuti alla deriva, insostenibile da ogni punto di vista. Mettendo da parte, quindi, le responsabilità nel passato, è necessario capire come uscire da questa situazione».
La revisione del quadro normativo
Tra le proposte fattibili la revisione della legge regionale 14/2014 in cui si stabilisca di attribuire agli Ato «poteri diversi e maggiormente incisivi: si attui subito»,afferma il sindaco Stasi.
«Bene l'idea di rivedere ed integrare la programmazione regionale anche mediante l'inserimento di nuove tipologie di impianto: si acceleri. Ma prima di ogni cosa serve individuare le soluzioni vere, concrete, immediatamente realizzabili, per rendere il ciclo dei rifiuti regionale sostenibile oggi.