VIDEO | Fino al 20 prezzi lievitati, pochi i voli e capienza dimezzata nei convogli. Intanto si continuano a cancellare tratte e le agenzie da mesi sono impegnate a pieno ritmo nell’assistenza a viaggiatori ma non hanno fatturato e i ristori non arrivano
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Il numero ridotto dei voli e i posti dimezzati sui treni non rendono facile il ritorno in Calabria dei residenti e i costi lievitano. Fino al 20 dicembre il costo per biglietto medio in aereo è sui 200 euro, dopo il 21 si aggira su cifre inferiori ai cento euro. Nei treni la disponibilità rimasta è solo nelle prime classi e in quelle business con tariffe di circa 150 euro.
Si avvicina la dead line, quella data oltre la quale gli spostamenti dovranno rispondere a precise e documentate esigenze che andranno a infrangere il veto totale. Un veto che diventa ancora più blindato il 25 e 26 dicembre e poi il primo gennaio.
Rispetto agli scorsi anni trovare un posto per “scendere” è più complesso: da un lato le compagnie aeree hanno tagliato i voli, dall’altro sui treni si viaggia “a scacchiera”, con una perdita di capienza di circa il 50 per cento. Ma la voglia di spostarsi, se non per i rientri a casa, negli ultimi mesi non ha accompagnato i calabresi.
Complici le restrizioni e la paura del contagio i movimenti sono stati pochi e le compagnie aeree non riuscendo a riempire i mezzi hanno cancellato diversi i voli. Le agenzie di viaggio stanno avendo, quindi, un bel da fare ma senza guadagnare un centesimo.
La beffa sta nel fatto che in questi lunghi mesi hanno dovuto offrire assistenza su cancellazioni di voli e treni, individuare altre rotte compatibili con le esigenze del cliente, guidarli nella scelta tra voucher e rimborso monetario spiegando i pro e i contro di entrambi. Ma nelle tasche delle agenzie non è entrato nulla, da marzo sono ferme e i ristori decantati sono rimasti richiami per le sirene, di soldi nei conti in banca non ne sono mai arrivati.