VIDEO | Il farmaco erogato a spese del Servizio sanitario nazionale alimentava il mercato degli stupefacenti. Ancora incerti i vantaggi goduti dal medico di base che dispensava le prescrizioni. Inchiesta destinata ad allargarsi
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Oltre settemila prescrizioni in quattro anni per un totale di quasi quattrocentomila pasticche di ossicodone, destinate ad inondare il mercato degli stupefacenti. Così un medico di base e tre farmacisti compiacenti, per i quali il Gip di Cosenza ha disposto l'interdizione dall'esercizio della professione, alimentavano un illecito circuito di consumo e spaccio di una sostanza con effetti analoghi a quelli dell'eroina, normalmente destinata a placare le sofferenze di malati terminali. Droga di Stato, l'ha definita il procuratore Mario Spagnuolo nella conferenza stampa in cui ha reso noto i dettagli dell'operazione insieme, tra gli altri, al sostituto titolare delle indagini Margherita Saccà, al comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza Piero Sutera, al comandante del gruppo carabinieri per la tutela della salute di Napoli Vincenzo Maresca, competente per l'intero territorio del Mezzogiorno.
Illeciti guadagni pari a quattro milioni di euro
Oltre 175mila euro il danno per le casse pubbliche, denaro posto sotto sequestro ai tre contitolari della farmacia in cui l'ossicodone veniva dispensato in dosi massicce, anche dodici scatole da 28 compresse ciascuna in un solo giorno. Le pillole venivano poi in buona parte rivendute singolarmente al prezzo di dieci euro. Stimato un guadagno illecit ocomplessivo di circa 4 milioni di euro. Nove persone sono finite agli arresti domiciliari. Ma l'inchiesta, nelle mani del sostituto Margherita Saccà e condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, insieme ai Nas, sembra destinata ad allargarsi. In un'altra farmacia, oggetto di perquisizione, sono state rinvenute 45 prescrizioni di ossicodone per il solo mese di agosto.
I vantaggi del medico di base
Non sono ancora emersi i motivi che hano spinto il medico di base ad erogare un numero così elevato di prescrizioni. Nel 2004 era stato processato per un reato analogo, finendo assolto. Apparentemente non avrebbe avuto alcun vantaggio di tipo economico. Dalle intercettazioni emerge però un rapporto quasi simbiotico con gli indagati, alcuni dei quali tossicodipendenti in cura al Sert. I Nas hanno rilevato inoltre pesanti carenze igienico-sanitarie nell'ambulatorio in cui il medico riceveva i suoi circa 800 mutuatari. L'indagine, denominata Ricettopoli, è partita nel 2015 in seguito ad una scarna comunicazione dell'Asp sull'anomalo consumo del farmaco. La vicenda è stata segnalata al Ministero della Salute ed al Commissario ad Acta Saverio Cotticelli.