Reventinum, la lettera del boss al magistrato: «Vogliono ammazzarci»

Domenico Mezzatesta condannato per il duplice omicidio di due affiliati del clan Scalise scrisse dal carcere all'ex procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri temendo la vendetta del clan rivale

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di Luana  Costa
10 gennaio 2019
20:37

«Per prima cosa voglio ringraziarvi per l’eccellente lavoro che state svolgendo sull’indagine dell’uccisione di mio fratello. È mio dovere comunicarvi alcune notizie che potrebbero essere utili soprattutto al sottoscritto». Impugna carta e penna Domenico Mezzatesta, dal carcere dov’è detenuto, condannato a vent’anni di reclusione per il duplice omicidio di Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, affiliati alla cosca Scalise, avvenuto nel bar del Reventino il 19 gennaio del 2013. Per quegli omicidi il boss Pino Scalise, aveva giurato vendetta ai Mezzatesta, promettendo che avrebbe vendicato la morte dei due affiliati.


Mezzatesta scrive all’ex procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri e al sostituto Paolo Petrolo
: «Venerdì 13 ottobre 2017 alle ore 9.00 circa sono venuti i miei nipoti dalla Calabria, Livio e Giovanni figli di mio fratello Salvatore, abbiamo fatto un’ora di colloquio – annota il boss - ma per avvisarmi di quanto gli Scalise minacciano al sottoscritto. Si sono informati che gli Scalise stanno cercando dove si è trasferita mia moglie con mio figlio Costantino, perché vogliono farmela pagare uccidendo prima Costantino e poi quando uscirà mio figlio Giovanni dal carcere dicono che lo bruciano e il prossimo sarà mio fratello Salvatore”.



Minacce di morte chiare che corrono come voci tra le strade di Decollatura. «Vorrei dirvi che per trovare la mia famiglia dove attualmente si trova, nel cambio della residenza al comune di Decollatura all’ufficio residenza l’impiegata è cognata di una persona vicinissima agli Scalise. La promessa che Pino Scalise fece al padre di Giovanni Vescio durante i funerali - che i defunti saranno vendicati – si sta avverando. I morti sono già tre quando finirà?” Temeva per i suoi congiunti Domenico Mezzatesta che dal carcere però continuava a comunicare con l’esterno tramite la moglie Ionela Tutuiano, intanto trasferitasi in Piemonte per sfuggire alla vendetta della cosca rivale. Era lei che curava i rapporti con i familiari rimasti in Calabria, i quali le esprimevano preoccupazione e timore per il terrore seminato a Decollatura dagli Scalise. È quello che raccontava, intercettato, Giovanni Mezzatesta, figlio di Salvatore, fratello del boss detenuto Domenico.

Mezzatesta Giovanni: Comunque loro, loro, comunque stamattina qua gli scacalli... "squadriavano!!!"

Tutuianu Ionela: Chi?

Mezzatesta Giovanni: Lui, Luciano è passato con la macchina sopra e sotto come un pazzo

Tutuianu Ionela: E che te ne fotte!

Mezzatesta Giovanni: Come un pazzo. Le mogli, le mogli, pare che avevano... sono passate pure, ognuno per cazzi suoi, una avanti, l'altra appresso, ma pare che avevano un morto davanti, avevano la faccia...

Tutuianu Ionela: Eeeh!

Mezzatesta Giovanni: La faccia l'avevano "pezziata"

Tutuianu Ionela: Vaffanculo!

Mezzatesta Giovanni: E mò, e mò, e mò si stanno, si stanno distruggendo eh!

Tutuianu Ionela: E ma quelli già...

Mezzatesta Giovanni: Lo sai che significa una cosa di queste?

Tutuianu Ionela: E ma ti dico una cosa, eeeh, loro si sono "scialati" che hanno fatto pure schifo pure dentro la famiglia sua... si sono "scialati" e mò pagano che me ne frega... aah, tanto...

Mezzatesta Giovanni: Zia Ionela, devono pagare come sta pagando mio zio e come sta pagando mio cugino e mò pagano anche loro, vaffanculo ...

Tutuianu Ionela: Si però, ognuno, ognuno...

Mezzatesta Giovanni: Ognuno deve pagare per quello che ha fatto

Tutuianu Ionela: Devono pagare per quello che hanno fatto!

 

Ed entrambi speravano che il killer di Gregorio Mezzatesta e Francesco Pagliuso, cioé Marco Gallo, cedesse ai rigori del carcere e collaborasse rivelando i mandanti dei due omicidi.

Mezzatesta Giovanni: Zia Ionela, ma vedi che la cosa qua, mò è grave, perchè questo... se parla questo zia Ionela...

Tutuianu Ionela: Ma adesso...

Mezzatesta Giovanni: Questo è la chiave di tutto...

Tutuianu Ionela: Buono.

Mezzatesta Giovanni: Questo è la chiave di tutto zia Ionela...

Tutuianu Ionela: Ma ti avevo detto, ti avevo detto pure Mico ha detto che questo parla perché non è possibile, devono parlare perchè le prove ci sono, magari non.

Mezzatesta Giovanni: Zia Ionela, questa non è gente, questa non è gente per dirti come zio Micuzzo.

Tutuianu Ionela: Noo

Mezzatesta Giovanni: Come Giovannuzzo che si sono abbuffati di carcere, questa è gente che carcere non ne ha mai fatto, chiaramente dopo un anno, questo, tra lui e lui avrà pensato... meglio che collaboro così mi sbattono fuori e mi faccio un'altra vita...

Tutuianu Ionela: Si ma renditi conto che

Mezzatesta Giovanni: Perché questo è il discorso zia Ionela.

Tutuianu Ionela: Siii.

Mezzatesta Giovanni: Lui questo avrà pensato. Perché la legge, la legge, la legge è d’accordo per... se ne devono liberare uno e ne prendono cinquanta, alla legge conviene, ma conviene pure a lui chiaramente, sennò questo tiene già due ergastoli.

 

Luana Costa

 

Giornalista
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