VIDEO | Nella zona collinare della zona nord della città dello Stretto il degrado, purtroppo, non è causato soltanto dai rifiuti abbandonati in larga parte da ignoti per strada, ma anche dall'occupazione abusiva di beni comuni
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Non solo rifiuti, purtroppo. L’abbandono sul fronte della raccolta genera in quartieri problematici come la zona nord di Arghillà a Reggio Calabria, conseguenze di assoluta gravità. Ma quando l’assenza e la distrazione di tutte le Istituzioni sono totali e prolungate, tale gravità aumenta e il degrado assume anche altri volti. Paradigmatico in questa ottica è il largo intitolato alla memoria del magistrato Carlo Verardi soltanto tre anni fa.
Da area di gioco a deposito di auto rubate
Nei mesi scorsi ne avevamo documentato lo stato di abbandono e l’occupazione da parte di alcuni giovani con delle reti di campo da calcio, per ricavarne un’area di gioco, altrove sottratta. Adesso, a distanza di pochi mesi, lo stesso largo è stato occupato in altro modo, finendo in mano a chi ruba, smonta e incendia vetture. Un luogo pubblico è stato indisturbatamente e impunemente sottratto alla comunità per diventare deposito illegale e luogo di attività illecite. Le carcasse di auto risultano debitamente nascoste dalla vegetazione che circonda il largo, l’accesso al quale adesso è stato arbitrariamente inibito con il posizionamento di rifiuti ingombranti. Complice dell’occupazione abusiva, in questo caso di una piazza, anche la scarsa illuminazione che di notte lascia la maggior parte delle vie interne del quartiere completamente al buio. Il tutto si consuma da mesi nell’indifferenza generale.
I mille volti del degrado
Uno scenario drammaticamente in linea con il degrado circostante. Spazzatura ammassata in cumuli lasciata ai bordi della strada, perché è stato possibile solo in parte - visti la mole e l’unico intervento nella giornata di sabato scorso, dopo la raccolta della settimana precedente - rimuovere tutti gli ammassi di rifiuti di ogni genere che ormai imperano per le strade di Arghillà nord, zona collinare del tormentato quartiere reggino. Cumuli ai margini delle piazze e delle strade che, seppure in uno scenario fortemente compromesso da un punto di vista ambientale, segnato da odori nauseabondi e invaso dalle mosche, sono tornate percorribili. Ma non può e non deve bastare.
In attesa della raccolta straordinaria… e dopo?
Si resta ancora lontani dal ripristino dignitoso dei luoghi e da un percorso decisivo per contrastare il perpetuarsi di questo stato di cose; percorso che non può prescindere da controlli serrati che sanzioni chi scarichi illecitamente per strada rifiuti di ogni genere, a volte anche con veri e propri furgoni, e da un metodo di raccolta rifiuti che tenga conto della situazione specifica dei residenti, spesso invisibili per l’assenza di un’anagrafe attendibile di chi occupi gli oltre mille alloggi popolari insistenti in quest’area.
La discarica a cielo aperto nuovamente formatasi nelle scorse settimane, più volte denunciata e segnalata, richiede interventi straordinari che dovrebbero avere luogo a breve visto che il Comune di Reggio, già all’indomani del maltempo di metà agosto, con procedura negoziata ha affidato la rimozione, trasporto e avvio a recupero/smaltimento di rifiuti urbani e speciali abbandonati da ignoti impegnando oltre 100mila euro. La stessa determinazione ha già disposto l’avvio anticipato del servizio, nelle more di stipula del pertinente contratto, al fine di garantire il tempestivo rispristino delle condizioni igienico-sanitarie evidentemente a rischio.
Il contributo del Coordinamento di quartiere
Intanto il Coordinamento di quartiere, composto da associazioni e cittadini della zona impegnati nella difesa dei beni comuni e che dal canto suo sta procedendo a formalizzare la sua trasformazione in Ente del Terzo Settore, ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con l’amministrazione comunale reggina. Attese le criticità gravi, complesse e annose del quartiere che devono essere superate una volta per tutte, il coordinamento ha invocato l’individuazione di referente per il periodico tavolo per Arghillà, che potrebbe coincidere con quello già richiesto per l’iter del progetto Pinqua per la riqualificazione degli alloggi popolari di Modenelle, di cui lo stesso coordinamento ha con forza ribadito l’attualità e la necessità.