Mentre si attende di comprendere quale sarà il futuro della gestione del servizio di raccolta in città, nessuna azione straordinaria è stata pensata per eliminare le discariche a cielo aperto
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Strade interrotte, olezzi nauseabondi resi ancor più insostenibili dall’aumento delle temperature, insetti e topi. Questo è lo scenario che si trova in alcune zone del quartiere di Archi dove i cittadini non riescono più neppure ad aprire le finestre. Cordate di rifiuti di ogni genere invadono le strade.
Vere e proprie discariche a cielo aperto. Spiegare lo stato di degrado e abbandono è complicato a parole ma le immagini restituiscono una realtà disarmante. Il tutto mentre dalle istituzioni tutto tace. L’emergenza rifiuti in città sembra al momento superata ma è nei quartieri, nella periferia reggina, come Rione Marocni o Arghillà ed archi ovviamente che rimangono isole di degrado assoluto con importanti problemi di sanità pubblica.
E mentre si attende di comprendere quale sarà il futuro della gestione dei rifiuti a Reggio, nessuna azione straordinaria è stata pensata per liberare i cittadini dall’incubo di queste discariche a cielo aperto.
Intanto si continua a gettare di tutto, elettrodomestici di ogni dimensione, mobilio, giocattoli, vestiti e pneumatici. Di tutto, anche dentro aiuole dove piuttosto che attendere una raccolta straordinaria si preferisce accendere roghi dimenticandosi degli effetti nocivi sulla salute.
Sono esasperati i cittadini e lì dove Cristo sembra essersi fermato, chiedono aiuto per non essere dimenticati e sommersi da discariche che mortificano alla vista l’intera città e restituiscono un senso di inciviltà che non dovrebbe più esistere.