VIDEO | Posti ai domiciliari mentre altri 7 sono stati sospesi dal lavoro. Sequestrata una depositeria giudiziaria autorizzata (ASCOLTA L'AUDIO)
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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito, in data odierna, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale coercitiva degli arresti domiciliari nei confronti di 2 agenti della Polizia Locale di Reggio Calabria e della misura cautelare personale interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio rivestito per la durata di dodici mesi nei confronti di altri 7 agenti, nonché sottoposto alla misura cautelare reale del sequestro preventivo una depositeria giudiziaria autorizzata, iscritta all’Albo Prefettizio, per i reati di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso ideologico e violenza privata.
Le indagini
Le investigazioni, eseguite dalla Compagnia Reggio Calabria e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, sono scaturite dalla denuncia presentata ad ottobre 2020 da un cittadino extra–comunitario, venditore ambulante munito di regolare licenza, che aveva rappresentato di aver subìto un furto della merce che esponeva in vendita, da parte di due soggetti ignoti, poi risultati essere due agenti di Polizia Locale (A.M. – cl. ’78 e C.G. – cl.’75), odierni arrestati, senza la redazione e il rilascio di alcun verbale di sequestro amministrativo o di contestazione.
La denuncia di un ambulante
Le attività investigative preliminari hanno consentito di appurare, anche tramite l’acquisizione e l’analisi di video-registrazioni, la veridicità di quanto denunciato dall’ambulante: lo stesso, infatti, era stato, a tutti gli effetti, vittima di un’ingiustificata appropriazione della merce esposta da parte di due pubblici ufficiali, in abuso della loro qualità, nonostante l’esibizione della licenza autorizzatoria, la quale, visionata dagli indagati, veniva lanciata in direzione dell’extra–comunitario, senza la restituzione della merce indebitamente appresa.
Sospesi dalle funzioni
Da un successivo sviluppo dei primi input investigativi, sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Alessia Giorgianni, le fiamme gialle reggine hanno rilevato come diversi altri appartenenti alla Polizia Locale del capoluogo reggino (F.D. – cl. ’63, C.V. – cl. ’71, S.C. – cl. 67, C.M. – cl. ’78, F.U.F. – cl. ’71, M.G. – cl. ’71 e C.P. – cl. ’77) sottraessero sistematicamente, nell’ambito degli ordinari servizi finalizzati al contrasto dell’abusivismo commerciale, la merce esposta per la vendita da ambulanti di origini extra-comunitarie, senza provvedere alla redazione e al rilascio di verbali di sequestro amministrativo o di altri atti, ma procedendo alla successiva pubblicazione.
La nota del Comune
«L'odierna indagine eseguita dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria fotografa uno spaccato inquietante sull'operato di alcuni agenti della Polizia locale del Comando reggino. Circostanze gravi, da stigmatizzare con forza, certamente incompatibili con lo spirito e l'attività di servizio operata quotidianamente dai nostri Agenti di Polizia e fortemente lesive dell'immagine e dell'onorabilità del Corpo e dell'intera Città». Lo affermano, in una nota, il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, l'assessore alla Polizia municipale Paolo Brunetti ed il Comandante del Corpo, Salvatore Zucco, in relazione all'inchiesta che ha portato all'arresto di due vigili urbani ed alla sospensione di altri sette.
«Confidiamo - aggiungono - in un rapido accertamento dei fatti, manifestando agli organi inquirenti la piena disponibilità alla collaborazione da parte dell'Amministrazione comunale e del Comando di Polizia Locale nella certezza che che sarà fatta piena luce sulle gravi accuse ipotizzate e sulle responsabilità, ovviamente differenziate, dei singoli indagati. Se i riscontri giudiziari dovessero accertare la sussistenza delle accuse formulate, il Comune di Reggio Calabria si costituirà parte civile contro gli abusi riscontrati, al fine di tutelare l'immagine e l'integrità del lavoro di servizio del Comando nei confronti della comunità reggina»