Il fragore dei bombardamenti, una drammatica attualità in Ucraina e una memoria dolorosa per la città di Reggio Calabria che il 6 maggio 1943, durante la Seconda Guerra mondiale, visse uno dei giorni più funesti della sua storia.

Due formazioni di Liberetors, provenienti dalla base dell’US Air Force di Bengasi, attraversarono i cieli dello Stretto, sganciando tonnellate di bombe su centro storico, Duomo, piazza Carmine, Stazione Centrale, Distretto Militare, nella zona di Santa Caterina, Tremulini, il Porto, Sbarre Centrali. Oltre duecento furono le vittime in quella giornata e migliaia in quei lunghi mesi di raid sere, dal gennaio fino all’agosto del 1943.

La città di Reggio fu drammaticamente colpita anche il 21 maggio successivo con due pesanti incursioni che non risparmiarono il brefotrofio dove persero la vita bimbi in fasce e nutrici. Un edificio raso al suolo, dove oggi sorge il palazzo della Cultura Pasquino Crupi.

Un prezzo altissimo quello della guerra contro il Nazifascismo combattuta in Italia anche dagli Americani. Non c’è guerra che non abbia un prezzo. Gino Strada, anni dopo, ci avrebbe ricordato che «La guerra genera guerra, un terrorismo contro l’altro, tanto a pagare saranno poi civili inermi».

Bombe su Reggio Calabria ma anche su Villa San Giovanni, Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Palmi, Locri, Roccella Jonica. I bombardamenti si abbatterono anche sull’altra sponda dello Stretto, a Messina, seminando morte e distruzione. Ancora orrore e devastazione sulle città già ricostruite dopo il terribile sisma del 1908.

L’armistizio arrivò il 3 settembre 1943, firmato a Cassibile e ufficializzato dal maresciallo Badoglio l’8 settembre. Seguirono l’avanzata inglese nel Sud della Calabria e l’ingresso degli Inglesi nella città devastata dai raid aerei. Nell’ambito della cosiddetta Operazione BayTown, i mezzi anfibi inglesi dalla costa siciliana approdarono in Calabria, dove l’Asse perse il controllo dei territori già alle prime battaglie a Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Melito Porto Salvo.

Alla devastazione sopravvissero alcune delle palazzine edificate a Reggio proprio in epoca fascista come palazzo Piacentini, che ospita il Museo Archeologico Nazionale con i Bronzi di Riace, e la cosiddetta Casa del Fascio che è sede staccata del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar), proprio accanto a piazza del Popolo dove il 31 marzo 1939 Benito Mussolini dal pulpito aveva pronunciato il suo discorso in occasione della sua prima visita in città.

Segni di una storia che fu e che in giornate come questa, rievocando il fragore delle bombe che ovunque è sempre terribile, ci rammenta che se lottare per la libertà è giusto nessuna guerra sembra invece esserlo.