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Nei giorni scorsi, la Squadra Mobile di Catanzaro ha notificato 12 avvisi di conclusione delle indagini, emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, a carico di altrettanti pregiudicati lametini e catanzaresi, ritenuti responsabili della commissione, tra il 2004 ed il 2010, di numerose rapine, aggravate dalla finalità di agevolare e favorire l'attività criminale della famigerata cosca di 'ndrangheta Giampà di Lamezia Terme nella cui orbita gli autori dei delitti gravitavano all'epoca dei fatti.
I soggetti gravati dal provvedimento sono:
GAMBERALE Fernando, nato a Lamezia Terme il 19.05.1984;
CHIMIRRI Giuseppe, nato a Lamezia Terme il 15.07.1985;
SALADINO Giuseppe, nato a Nicastro ora Lamezia Terme il 17.03.1985;
PAOLA Claudio, nato a Lamezia Terme il 08.11.1986 (già tratto in arresto nell'operazione Medusa e successivamente condannato per associazione mafiosa);
FOZZA Emiliano, nato a Lamezia Terme il 24.08.1979 (già tratto in arresto nell'operazione Perseo e successivamente assolto);
DONATO Antonio, nato a Catanzaro il 6.02.1969 (già tratto in arresto nell'operazione Perseo e successivamente condannato per associazione mafiosa);
COSIMO Salvatore, nato a Catanzaro il 16.02.1986;
CERRA Nino, nato a Lamezia Terme il 30.08.1991 (già tratto in arresto nell'operazione Medusa e successivamente condannato per associazione mafiosa);
SACCO Vincenzo, nato a Nicastro, ora Lamezia Terme, il 27.07.1961;
VENTURA Antonio, inteso "Pupello" nato a Lamezia Terme il 07.12.1984 (già tratto in arresto nell'operazione Perseo e successivamente condannato per associazione mafiosa);
CIMINO Luciano, nato a Lamezia Terme il 13.03.1987 (già tratto in arresto per omicidio e successivamente condannato);
PAONE Paolo, nato a Soveria Mannelli il 05.02.1987.
Il provvedimento è fondato sulle indagini svolte dalla Squadra Mobile del capoluogo, che hanno preso avvio dall'analisi delle dichiarazioni rese, a più riprese, da diversi collaboratori di giustizia, tra cui GIAMPÀ Giuseppe, MURACA Umberto Egidio, TORCASIO Angelo, VASILE Francesco e COSENTINO Battista.
Le informazioni fornite dai menzionati collaboratori di giustizia, in alcuni casi dettagliatamente autoaccusatorie, riscontrate da un'attenta rivalutazione delle attività investigative compiute nell'immediatezza degli eventi criminosi, hanno consentito di far luce su una serie di episodi criminali, risalenti agli anni tra il 2004 e il 2010.
Le investigazioni hanno, infatti, consentito di accertare che tra Catanzaro e Lamezia Terme operava una vera e propria organizzazione criminale, la cui costituzione era stata "consacrata" dai vertici del clan GIAMPÀ, divisa in due gruppi operativi, dediti alla pianificazione di rapine effettivamente poi messe a segno tra la città della Piana ed il capoluogo.
Le indagini hanno portato alla luce ruoli e responsabilità degli indagati rispetto a diversi episodi criminosi, nel corso dei quali gli stessi, spesso armi in pugno e comunque con inusitata violenza, hanno sottratto alle vittime prescelte somme di denaro anche rilevanti.
Gli obiettivi non erano scelti a caso, per lo più concentrandosi i rapinatori su supermercati piuttosto che tabaccherie o agenzie di assicurazioni, contando sulla ragionevole presunzione di trovare denaro contante da accaparrarsi e quindi garantirsi un proficuo bottino, non lesinando efferatezze, pur di appropriarsi di ingenti somme di denaro.
In particolare è stata accertata la responsabilità di GAMBERALE Fernando, CHIMIRRI Giuseppe, PAOLA Claudio e FOZZA Emiliano relativamente alla rapina occorsa il 12 novembre 2004, quando un gruppo di criminali, armati di pistole e con il volto coperto da passamontagna, prendeva d'assalto la sede della società SDA, a Marcellinara (CZ), costringendo i presenti a consegnare loro la somma di 40.000 euro. Assicuratosi il bottino, i rapinatori si davano alla fuga esplodendo colpi di pistola in aria.
Di particolare efferatezza fu anche la rapina consumata presso la sede dell'agenzia assicurativa "ALLEANZA ASSICURAZIONI", sita in via Aldo Moro di Lamezia Terme, il 28 febbraio 2005. Quel giorno i rapinatori fecero irruzione nei locali dell'agenzia armati di pistola costringendo i dipendenti a consegnare loro la somma di 4.400 euro; per tale episodio è stata accertata la responsabilità dello stesso GAMBERALE e di SALADINO Giuseppe.
Ancora nella città della Piana venne perpetrata, il 29 aprile 2010, la rapina ad un'esercente che, all'atto di depositare l'incasso presso la filiale del Banco di Napoli, sita nella centralissima via Turati di Lamezia Terme, veniva minacciato con una pistola e, al fine di impossessarsi dell'ingente somma di denaro che avrebbe dovuto depositare, 31.400 euro, colpito alla testa con il calcio della medesima arma, episodio per il quale è stato accertato il coinvolgimento di CERRA Nino.
Appartengono alle imprese dei due gruppi criminali anche rapine consumate a Catanzaro, alcune clamorose, quali quella messa a segno il 26 novembre 2004 a danno della società SECOTAB, ex monopoli di Stato, che fruttò ai banditi un bottino di oltre 20.000 euro e per la quale si sono evidenziate le responsabilità di DONATO Antonio.
A tal proposito la programmazione delle rapine da effettuare a Catanzaro, con la compartecipazione di soggetti in loco ritenuti affidabili dalla cosca GIAMPÀ, veniva presa direttamente dal capo cosca GIAMPÀ Giuseppe, nella consapevolezza da parte di questi che, una reiterazione di eventi delittuosi in Lamezia Terme, avrebbe comportato una particolare attenzione delle Forze dell'Ordine in quella città, fattore questo controproducente rispetto alla gestione degli interessi illeciti della consorteria in quel contesto.
Il placet che i vertici della cosca GIAMPÀ assicuravano in relazione alla commissione delle rapine, non era gratuito. I capi del clan avevano, infatti, propiziato il sorgere dei due gruppi di rapinatori, allo scopo di rastrellare denaro che rimpinguasse le casse della cosca. I due gruppi, sotto il diretto controllo di TORCASIO Angelo e MURACA Umberto Egidio, (oggi collaboratori di giustizia) agivano con l'avallo del capo-cosca GIAMPÀ Giuseppe e dello zio BONADDIO Vincenzo, ai quali corrispondevano parte del ricavato delle rapine che, in parte, veniva utilizzato dalla cosca per acquisto di droga e armi, oltre che come diretto autofinanziamento degli autori che, di volta in volta, si avvicendavano nella commissione dei menzionati delitti.
Il provvedimento notificato riguarda anche ulteriori episodi delittuosi contestati ai diversi indagati.