Si tratta di Giovanni Cupo e Paolo Pagano finiti in carcere a conclusione di una indagine coordinata dalla procura diretta da Camillo Falvo
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Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile di Vibo Valentia ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Vibo Valentia Mario Miele, su richiesta del procuratore Camillo Falvo e del sostituto procuratore Corrado Caputo, nei confronti di Giovanni Cupo e Paolo Pagano, rispettivamente di 56 e 43 anni.
Secondo l'accusa sarebbero responsabili, in concorso tra loro, della rapina aggravata dall’utilizzo di un’arma, perpetrata, lo scorso 20 settembre nella frazione Marina della città di Vibo Valentia, ai danni di una donna di 46 anni che si trovava seduta in un noto bar della zona. Il provvedimento rappresenta il frutto di serrate indagini condotte dalla squadra mobile, sotto il costante coordinamento della Procura di Vibo.
Gli approfondimenti investigativi eseguiti attraverso l’accurata analisi dei sistemi di video-sorveglianza, l’escussione delle persone informate sui fatti, l’attività di perquisizione e lo studio dei tabulati telefonici, hanno quindi permesso, da un lato, di immortalare l’abbigliamento indossato dall’autore materiale del reato, travisatosi con mascherina chirurgica sul viso e un cappellino nero con visiera e, dall’altro, di cristallizzare il modus operandi adottato dai malviventi i quali, seppur con ruoli diversificati, si sono impossessati della borsa della vittima, per poi darsi repentinamente alla fuga.
In particolare, i due uomini – entrambi giunti a bordo di un’autovettura di colore scuro - dopo aver effettuato un giro di perlustrazione dei luoghi e aver spento i fari del veicolo, avrebbero deciso di arrestare la marcia a pochi metri dalla persona offesa. A questo punto Pagano dopo essere sceso dal mezzo lato passeggero, si sarebbe avvicinato a passo svelto alla donna e con una mossa fulminea le sottraeva la borsa che era appoggiata nelle sue immediate vicinanze, per poi dirigersi rapidamente verso l’autovettura a bordo della quale era rimasto a fare da palo il suo complice Cupo e lanciarvi all’interno la borsa sottratta alla donna.
Pagano, invece, si dileguava a piedi e – al fine di assicurarsi la fuga e garantirsi l’impunità – avrebbe estratto una pistola, successivamente rivelatasi a salve, ma priva di tappo rosso, indirizzandola contro alcuni inseguitori che nel frattempo erano stati attratti dalle urla di aiuto della donna derubata, riuscendo quindi ad intimorirli e a farli desistere. Il giorno successivo, uno dei due rapinatori decideva addirittura di contattare la persona offesa, manifestando la volontà di restituirle tutto dandole appuntamento proprio al bar dove la sera precedente si era verificata la rapina.
Venuto a conoscenza di tali intenzioni, il personale della squadra mobile, appostatosi nelle immediate vicinanze del luogo dell’appuntamento, ha proceduto all’identificazione del soggetto, nonché a recuperare solo una parte degli oggetti sottratti alla donna, senza che tuttavia vi fosse traccia della borsa e delle banconote. Al termine delle formalità di rito, Cupo e Pagano sono stati rinchiusi nel carcere di Vibo Valentia.