«C'è un lato positivo nella vicenda. Nell'immediatezza dell'episodio abbiamo ricevuto diverse offerte di lavoro. Si sta dimostrando una grande solidarietà, quindi non guardiamo solo il marcio che c'è ma anche il buono». È una pioggia di solidarietà e affetto per Beauty, la 24enne di origini nigeriane ma residente a Satriano, aggredita martedì dal titolare di uno stabilimento balneare di Soverato, dove aveva lavorato con la mansione di lavapiatti.

La denuncia

Nella giornata di ieri la giovane, assistita dal suo legale di fiducia, Filomena Pedullà, ha presentato una denuncia ai carabinieri della compagnia di Soverato che adesso indagano per lesioni personali su delega della Procura di Catanzaro. «La ragazza è distrutta - racconta l'avvocato - si è rincuorata solo ieri dopo aver presentato denuncia. Siamo state in caserma tutto il pomeriggio, fino a sera per cercare di ricostruire con calma quanto accaduto». 

No alla violenza

Non si indaga ancora per sfruttamento del lavoro: «I dati contabili sono al vaglio degli inquirenti - conferma il legale - ma ciò che ci preme ribadire è che la persona umana va rispettata in ogni caso. Va rispettata la donna di colore, va rispettato il ragazzo bianco, va rispettato il padre di famiglia che lavora, quindi ci vuole più trasparenza e più onestà da parte dei datori di lavoro. C'è chi rende un servizio e ha diritto ad essere remunerato per quanto fa, è inacettabile la violenza nei confronti di qualsiasi persona umana».

La rabbia di Beauty

La giovane si era presentata a telecamera accesa martedì pomeriggio nello stabilimento balneare dove è stata aggredita dal titolare ma in diretta Instagram: «La ragazza ha una bambina di 4 anni, è una madre di famiglia che ha lavorato onestamente e quindi la sua rabbia, come è comprensibile, è giustificata dal vantare un giusto diritto» ha aggiunto l'avvocato che ha aggiunto come «la ragazza ha riportato lesioni fisiche e psicologiche che rimaranno. Se non quelle fisiche, quelle psicologiche perché la violenza non è un bicchiere d'acqua amara che bevi e poi va via ma è qualcosa che rimane».