VIDEO | La città tirrenica ha ospitato il Memorial in suo nome. Sul palco, oltre ai famigliari, anche Michele Pizzuti, direttore del reparto di Ematologia dell’ospedale San Carlo di Potenza, dove il ragazzo è rimasto in cura duranti gli anni della malattia
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È tornato per la quinta edizione il "Memorial Filippo Matellicani", l’evento organizzato dall’associazione “Noi per Filippo”, dedicato al giovane tortorese stroncato da una forma aggressiva di leucemia il 27 gennaio del 2018. La manifestazione, condotta dai fratelli Massimo e Roberto Mandarano, si è svolta venerdì scorso in piazza della Resistenza a Praia a Mare, con il patrocinio del Comune, e ha ospitato il concerto della “Quisisona band”.
In memoria di Filippo
A ricordare, ancora una volta, l’amato Filippo, c’erano mamma Giovanna, papà Franco e la sorella Lidia, mamma di una bimba di pochi anni, che dal giorno della tragedia girano le piazze d’Italia, non solo della Calabria, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca sulla leucemia, ma soprattutto per far conoscere la sua drammatica storia.
Filippo, professione imprenditore nel settore della gastronomia, fu arrestato e tradotto in carcere la mattina del 19 luglio 2016 nell’ambito dell’inchiesta "Frontiera" con la pesante accusa di fare parte di un’associazione criminale al servizio del boss di ‘ndrangheta Franco Muto, arrestato nella medesima operazione giudiziaria. Ma proprio qualche settimana prima, il giovane aveva scoperto di avere una recidiva della malattia, con cui combatteva da due anni. Lasciato in cella isolamento per cinque giorni, ha trascorso in carcere tre settimane, nonostante le ripetute istanze degli avvocati che ne chiedevano la scarcerazione. L’allarme fu lanciato anche da Michele Pizzuti, direttore del reparto di Ematologia dell’ospedale San Carlo di Potenza, dove Filippo era in cura, che con una dettagliata relazione aveva evidenziato la pericolosità della permanenza in carcere del paziente.
Tre settimane e molti dinieghi dopo, l’allora 31enne riuscì ad ottenere gli arresti domiciliari e il permesso di curarsi. Ma una volta fuori dal carcere, gli esami rivelarono che i valori della malattia erano tornati a livelli preoccupanti. Da quel momento, nonostante le terapie, per Filippo è iniziato il periodo di agonia, anche a causa del profondo malessere psicologico generato dalla situazione, che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari pochi mesi più tardi.
Filippo alla sentenza del processo non ci è mai arrivato, ma la magistratura ha comunque accertato che l’associazione criminale di cui era stato accusato di far parte non è mai esistita.
L’importanza della ricerca
C’era anche il dottore Michele Pizzuti sul palco, a ricordare Filippo, giovane pieno di vita e di sogni, e a ricordare quanto sia importante la ricerca scientifica per la cura dei tumori. L’associazione “Noi per Filippo”, tra le tante attività benefiche, si occupa anche di questo: raccogliere fondi a favore del gruppo Gimema e sensibilizzare l’opinione pubblica. Papà Franco, che gira l’Italia in lungo e in largo, lo fa anche grazie all’aiuto e il sostegno del Movimento Pizzaioli Italiani e della Scuola Nazionale Pizzaioli Italiani.
Premiate le associazioni di volontariato
“Noi per Filippo” ha voluto anche premiare due realtà del territorio che dell’impegno sociale ne hanno fatto ragione di vita. Si tratta delle associazioni “Teniamoci per mano”, che ha sede a Praia a Mare, e “Gianfrancesco Serio”, che opera a Scalea. La prima, presieduta da Franca Parise, si occupa di persone disabili, cercando di abbattere limiti e barriere; la seconda, che fa capo ad Angelo Serio, si occupa di politiche giovanili e gestisce il Punto Luce della città di Torre Talao.