VIDEO | La fortuna ha voluto che una coppia di infermieri del Trentino in vacanza nella Perla del Tirreno passasse di lì. La figlia: «Hanno rianimato mio padre senza sosta fino all'arrivo dei soccorsi»
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Stava raggiungendo il ristorante a piedi, quando all'altezza di piazza del Cannone ha avvertito un dolore fortissimo al petto prima di accasciarsi al suolo. Proprio in quel momento, una coppia di infermieri del Trentino in vacanza a Tropea passava di lì.
Il cuore di Nello aveva smesso di battere. E così Clelia e Mattia - il nome dei due sanitari - non ci hanno pensato due volte e hanno iniziato a praticare il massaggio cardiaco andato avanti per 40 interminabili minuti, tra lo sgomento dei passanti. La chiamata ai soccorsi è stata tempestiva, ma l'ambulanza partita da Vibo è giunta quando il cuore del noto ristoratore di Tropea aveva ripreso a battere.
In quei minuti concitati gli agenti della polizia municipale si sono messi alla ricerca di un defibrillatore, intercettato in un lido della Marina. Uno dei tre che il Comune ha dato in dotazione ai titolari dei lidi.
Clelia ha collegato l’apparecchio salvavita al torace dell’uomo e lo ha azionato. La scarica elettrica ha riattivato il cuore del paziente proprio mentre l’ambulanza giungeva sul posto, ma senza il massaggio cardiaco effettuato per 40 minuti non ci sarebbe stata alcuna speranza per l’uomo, che adesso è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Pugliese Ciccio di Catanzaro, dove è in attesa di un intervento chirurgico che sarà eseguito appena le sue condizioni cliniche lo consentiranno.
A raccontare quei tragici momenti è sua figlia Antonella, che ancora scossa ripercorre quanto accaduto il pomeriggio del primo settembre: «Se non ci fossero stati quei due turisti mio padre non sarebbe qui. Mattia e Clelia, due ragazzi bravissimi, di buon cuore, professionali e per mia fortuna testardi da morire, perché hanno rianimato mio padre senza sosta fino all'arrivo dei soccorsi».
E mentre l’ambulanza trasportava l’uomo a Catanzaro, Antonella ha fatto una promessa alla ragazza che lo ha salvato: «Ti chiedo di batterti - le ha chiesto Clelia - affinché ci siano dei defibrillatori nelle piazze principali di Tropea, perché quello che è accaduto a tuo padre poteva accadere a ognuno di noi».
Da questa vicenda è nato l'impegno della famiglia Maccarone che acquisterà un defibrillatore da posizionare nel centro storico, nei pressi della villetta del Cannone, dove il padre ha rischiato di morire. E infine un appello Antonella lo rivolge alle Istituzioni affinché si impegnino per ridare dignità all'ospedale di Tropea. «C'è la struttura, ma non è funzionale. Eppure - dice - ci sono medici bravissimi lasciati soli e senza la necessaria strumentazione. Tropea – conclude – è meta d'estate di migliaia di turisti, pertanto ha bisogno di un presidio sanitario a tutela della salute».