VIDEO | Il primo cittadino Micari chiama a raccolta i colleghi, le famiglie e la stampa. Noleggiato un mezzo per far fronte al disagio: «Ma abbiamo bisogno di un segnale»
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«Non può finire così, e non deve finire così». Il sentimento di sconcerto, quasi di smarrimento, ma anche di resistenza, è comune tra i genitori dei bambini che frequentano l’asilo nido di San Roberto, piccolo comune di circa millecinquecento anime incastonato tra il mare e la montagna dell’area dello Stretto di Messina. Per raggiungerlo occorre circa una mezzoretta da Reggio Calabria percorrendo, da Campo Calabro, una strada tortuosa ormai divenuta “famosa” a queste latitudini, grazie all’esperienza di “Borgo Croce”. Ed è proprio una strana analogia ad unire la piccolissima frazione del Comune di Fiumara a quello di San Roberto. Si, perché le fiamme in due momenti distinti e distanti tra di loro hanno avvolto i pulmini utilizzati rispettivamente dall’associazione di promozione sociale che opera a Borgo Croce e dall’asilo nido del Comune pre aspromontano.
La vigliaccata consumatasi lo scorso 22 agosto ai danni del piccolo mezzo in uso all’Associazione Borgo Croce, è avvenuta al campo sportivo adibito a parcheggio dei visitatori del piccolo centro. L’incendio che ha distrutto il pulmino utilizzato dall’asilo nido è avvenuto proprio nel cortile della scuola. Mentre del primo è nota la matrice dolosa, del secondo si attende la relazione conclusiva dei vigili del fuoco. Nessuno si fa illusioni, ma la speranza di tutti, e tra questi il sindaco Antonino Micari, è che alla fine venga accertata l’autocombustione.
«L’odio e la cattiveria distruggono, ma l’amore crea»
Di certo è e rimane una «ferita aperta» per la comunità e per l’asilo stesso. La scelta del sindaco Micari e della coordinatrice del nido di San Roberto, Antonia Pitasi, è stata quella di non rimuovere la carcassa del pulmino. «Anche i bimbi passando da qui ed entrando nell’edificio lo vedono, ed è come dire un segnale per loro educativo, nel senso che – spiega Pitasi - se c'è chi fa del male, se c’è chi cerca di distruggere comunque stando insieme, stando vicini, si può risolvere tutto».
Si cerca insomma di poter trarre una “lezione” anche da un fatto odioso come questo che sta avendo delle conseguenze dirette anche sulle famiglie: «È doloroso vedere quello che rimane del pulmino, che era comunque tra i servizi essenziali del nido proprio perché abbiamo bimbi che vengono da Melia, da Calanna da Milanesi, quindi insomma quello che è successo è un disagio soprattutto per i bambini», sottolinea la coordinatrice del Nido Pitasi che evidenzia come ad oggi sono soltanto 6 i bimbi che frequentano il Nido a fronte dei 24 che lo facevano prima dell’accaduto.
Lo conferma anche Maria Grazia Penna che, da mamma, raccoglie le forze e a nome delle tante altre mamme presenti prova a dare forma al disagio che si sta vivendo a San Roberto. «Io abito qui e vengo a piedi a portare il mio bimbo, però molte mamme che lavorano o che comunque non hanno un mezzo a disposizione si trovano in grande difficoltà. Maria Grazia, insieme agli altri genitori, vuole quindi rendersi utile: «Loro (educatori, ndr) hanno dato tanto a noi e quindi ora noi, come mamme, vogliamo dare loro tutto il nostro appoggio e tutto il nostro amore, perché se lo meritano come persone e come struttura, perché non hanno mai fatto mancare niente ai nostri bimbi che sono felici quando entrano e sono felici quando se ne vanno a casa. Per noi è una gioia vederli così, e penso che per loro è come una seconda casa, ed è per questo che c'è tanta rabbia».
E la rabbia è proprio questa, rilancia la coordinatrice Pitasi, «perché siamo pronti a ripartire, a rialzarci anche appunto grazie all'affetto e al calore delle famiglie di tutta la comunità che sin dalle prime ore in cui è stato trovato il pulmino ci ha abbracciato ancora una volta e ci ha sostenuto. Quindi questo sicuramente ci spinge ad andare avanti, se l'odio e la cattiveria distruggono, l'amore crea».
L’appello di Micari
Il sindaco Micari, accogliendo genitori, colleghi e stampa, non si dà pace. «Siamo tutti scioccati – ripete - ma siamo anche un pò demoralizzati perché vedere questo pulmino distrutto oltre che far male al cuore, fa male sicuramente anche all'opinione pubblica almeno fin quando scopriremo effettivamente cosa è successo, ed io non vedo l'ora di sapere il responso dei vigili del fuoco».
Il primo cittadino continua a sperare che si sia trattato di autocombustione, convinto com’è di amministrare una comunità «di persone per bene» che abitano un luogo rimasto negli ultimi anni fuori dai fatti di cronaca. «Ma alla fine – confessa Micari – se dovessi pensare minimamente che questo sia stato un atto vandalico, è ugualmente vergognoso per tutti noi, iniziando da me, perché non si può pensare che una cosa così bella venga distrutta e distrutta a favore di chi? e contro chi? Di certo a favore di nessuno ma contro tutti i cittadini».
Micari, che ringrazia tutti i sindaci calabresi - «almeno duecento con a capo la presidente Anci Rosaria Succurro» sottolinea – che hanno portato la loro solidarietà per l’accaduto, è attorniato da alcuni sindaci e delegati della Vallata (e non solo) da Campo Calabro a Sant’Eufemia, passando per Fiumara, San Procopio e Villa San Giovanni. Insiste nel mostrare i resti del pulmino bruciato e indica anche la facciata di un palazzotto di non più di tre piani annerita dalle fiamme e dal fumo, come a voler significare che si è rischiato un bilancio ancora peggiore di quello che è stato. Ma per lui la cosa fondamentale è ripartire, confermare e rilanciare il progetto con l’”Ambito 14” e con la Città Metropolitana.
Per questo il Comune si è mobilitato per trovare un pulmino a noleggio che dovrebbe essere consegnato a breve anche per essere adeguato al trasporto dei piccoli utenti. Il sindaco avverte che non sarà “a norma” per il trasporto dei piccoli frequentatori del Nido, e che le famiglie insieme al Comune stanno provvedendo all’acquisto degli appositi sedili: «Per il resto – dice Micari - spero che qualcuno ci dia un segnale, perché noi ne abbiamo bisogno. Siamo un Comune che si è messo sempre a disposizione con tutti e penso che in questo momento non ci lasceranno da soli».
L’inquietante analogia con “Borgo Croce”
Tuttavia c’è un particolare di non poco conto che incombe sui due episodi: Il pulmino in uso all’Asilo nido era stato acquistato due anni fa, nell’ambito di un progetto voluto fortemente dalla comunità e realizzato grazie ad un finanziamento dell’impresa sociale “Con i Bambini” e progettato dalla Cooperativa sociale Libero Nocera di Reggio Calabria come ente capofila di un partenariato che coinvolge anche altri soggetti. Proprio la “Libero Nocera”, del presidente Gaetano Nucera, si era resa protagonista della raccolta fondi (insieme alla testata on line CityNow) per riacquistare un pulmino da donare a Borgo Croce. L’impresa si è realizzata in una settimana, rappresentando una formidabile risposta della comunità a chi con metodi criminali evidentemente voleva lanciare dei messaggi precisi.
«Noi non abbiamo sospetti – esordisce Nucera - ma comunque ci sono delle grosse perplessità per come è avvenuto questo incendio. Il pulmino era nuovo, da qualche mese era stato fatto il tagliando, quindi ciò che è avvenuto è inspiegabile, perché non si può pensare all'autocombustione, al corto circuito, perché il pulmino era qui fermo e a riposo da quasi 13 ore. Poi, l'orario in cui avviene, era l'una di notte, è quell’orario in cui normalmente succedono delle cose che ci avvicinano a questo scempio. Noi comunque siamo qua, insieme alle famiglie, e oggi possiamo dire che il problema lo stiamo affrontando, sperando già da domani di poter riprendere il servizio con il pulmino a noleggio».