Monta la protesta a dismisura lungo la riviera jonica rossanese. Questa volta sono i residenti di Valanello a insorgere contro la politica isolazionista adottata negli anni nei confronti di una comunità che si sente discriminata. Da tempo si segnalano disagi da terzo mondo ma nulla si muove. Quel che preoccupa è la presenza di un canalone di proprietà del Consorzio di bonifica al cui interno si è creato un tappo ostativo al decorso delle acque provenienti dal Crati per l’irrigazione. Basta una prima abbondante pioggia e il rischio esondazione si trasforma in realtà, con tanto di pericolo per chi vi abita a ridosso. Effetti maleodoranti, ratti, insetti,  si denuncia di tutto e di più. Nelle ultime ore i residenti della zona si sono affidati a un legale che ha subito scritto alle autorità preposte per la richiesta di un immediato intervento di pulizia e manutenzione del canale di scolo. La missiva è rivolta al sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, agli uffici Ambiente e Polizia locale, alla protezione civile e all’Azienda sanitaria locale.

 

La problematica di Valanello, tuttavia, va vista in un quadro più ampio e complessivo. Insistono opere costruite sul demanio, il sistema di illuminazione è praticamente inesistente, non c’è la rete fognaria al contrario di chi abita a distanza di un paio di centinaia di metri poco distanti. E, lo stesso canale di scolo, è ritenuto fonte di inquinamento per il mare. I sospetti circa l’esistenza di dubbi sversamenti sono tanti. Non è un caso se lo scorso anno, proprio nello specchio di mare antistante quel tratto di costa, venne disposto il divieto di balneazione. «Paghiamo i tributi come tutti gli altri – sostengono i residenti – ma non abbiamo gli stessi servizi». Insomma degrado si tocca con mano. «E nulli si rivelano gli sforzi – continuano i contribuenti-  circa interventi di manutenzioni delle condotte sottomarine di Sant’Angelo se poi si lasciano nell’incuria i canali di scolo e le fonti di inquinamento ad essi connessi».