Lo Stato antartico di San Giorgio su facebook informava puntualmente i propri cittadini delle novità politiche e sociali, oltre settecento le persone truffate
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Altezze serenissime e luogotenenti generali dello Stato, sedi diplomatiche a Lugano e chiamate alla resistenza contro i golpe interni: nelle comunicazioni “ufficiali” con cui i rappresentanti del Sovrano stato antartico di San Giorgio informavano i propri cittadini delle novità politiche e sociali in atto, c’è un campionario di assurdità così sfacciate da oltrepassare il semplice folklore.
Un mondo completamente sganciato dalla realtà (e tutto rintracciabile su una pagina facebook ancora aperta), fatto di proclami solenni e scorciatoie nobiliari; un mondo cucito ad arte sui desideri di un microcosmo umano fragile, disposto a pagare fino a mille euro per far parte di una “nazione” che si prefigge di rimanere «neutrale in modo perpetuo» e che giura di «restare teocratica per continuare ad anteporre la fede in Dio al potere transitorio degli uomini».
Questa sorta di Narnia intagliata tra i ghiacci del Polo Sud – e la cui “capitale virtuale” sarebbe nella Stazione della città di Sant’Anna – ma con rappresentanza “legale” in Svizzera, era riuscita a far invaghire più di 700 persone che pur di ottenere la residenza antartica hanno creduto a tutto: al Luogotenente generale dello stato che, previa la «delibera del Supremo Consiglio Teocratico» nomina Senatori ordinari (in carica tre anni) e al riconoscimento internazionale degli organi istituzionali con tanto di richiamo alla delibera sulla gazzetta ufficiale della Regione Sicilia, dove ovviamente nulla risulta.
Un convincimento così radicato nei “cittadini” dello stato di San Giorgio – frutto anche del miraggio di ottenere esenzioni fiscali e elusioni alle leggi in Italia – che sono in 120 a votare per il referendum di abolizione dei senatori a vita: 50 dei quali materializzatesi concretamente al “seggio” allestito nella «zona inviolabile» dell’ufficio di «rappresentanza per la Regione Calabria» sul viale Isonzo a Catanzaro in un pomeriggio di ottobre del 2020.
E ancora distintivi per le forze di polizia e militari, nomine alla «legione d’onore» e richiami alle tre religioni monoteiste, in un frullato impazzito di proclami non sense, impreziositi da nostalgie da Restaurazione e ingolfati di titoli nobiliari altrettanto farlocchi.
Un mondo fuori dal mondo, costruito da un anziano con precedenti per bancarotta fraudolenta e da un ex generale della gdf in pensione, e popolato da una cittadinanza eterogenea così in difficoltà da preferire un fantomatico angolo ghiacciato di Polo Sud, alla noiosa quotidianità che li vede protagonisti.