La conduttrice del Tg1, di rientro da un soggiorno in riva allo Stretto, ha raccontato la sua brutta esperienza sui social. Raggiungere il Tito Minniti dalla fermata della ferrovia è diventata un'odissea nel deserto: «Il ponte sullo Stretto, scusatemi, sarà una meteora se tutto questo sembrerà normale»
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Una vacanza a Reggio Calabria, qualche giorno in riva allo Stretto e poi la partenza per tornare a casa. C’è da prendere il volo di ritorno e la protagonista di questa storia, come ogni normale turista, si informa su come raggiungere l’aeroporto. Scopre che c’è una fermata del treno proprio dove serve a lei e così, il giorno programmato, sale sul vagone e scende alla stazione ferroviaria dello scalo aeroportuale.
Tutto normale, se non fossimo a Reggio Calabria, dove la stazione ferroviaria che avrebbe dovuto servire lo scalo aeroportuale altro non è che una cattedrale nel deserto. Distante circa 1km e mezzo dall’aeroporto, raggiungere lo scalo a piedi è praticamente impossibile, ma anche farlo con un eventuale macchina o navetta. Il tragitto da compiere segue praticamente un canale di regimentazione delle acque trasformato in strada, che passa proprio sotto la pista aeroportuale in un mini tunnel trapezoidale completamente al buio e lungo circa 250 metri. Attraversamento che oggi è una vera e propria discarica ricolma di rifiuti abbandonati, la cui strada è sbarrata in parte da un cancello ed in parte da una barriera new jersey. Un ambiente indegno e neanche da terzo mondo, possibile ricettacolo di animali selvatici e di altri pericoli.
Metti che tutto questo non sia successo ad un turista qualsiasi, ma addirittura ad una conduttrice del Tg1 che, dopo essere stata accolta a Reggio Calabria fra i Bronzi di Riace ed il meritorio Premio Muse 2023 consegnato dall’Associazione Culturale diretta da Giuseppe Livoti, riceva questa bellissima cartolina d’addio che va a vanificare lo sforzo di chi si impegna giorno dopo giorno per una città migliore ed inclusiva.
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