«Che ne sarà dei nostri figli dopo la nostra morte?». È la domanda che si pongono quotidianamente i genitori di persone affette da disabilità, coscienti del fatto che ancora oggi la legge "Dopo di noi" presenti molteplici lacune. La presidente della onlus "Teniamoci per mano" ne elenca alcune: «È difficilissimo accedere ai fondi, è un iter molto lungo e noi non abbiamo altro tempo da perdere». Franca Parise, questo il nome della donna, gestisce da oltre dieci anni, a Praia a Mare, un centro per persone disabili. Ora, insieme ad alcuni volontari, ha deciso di far partire l'omonimo progetto, chiamato appunto "Dopo di noi", per consentire ai suoi ragazzi di abituarsi gradualmente al distacco dalla famiglia e continuare a prendersene cura quando i loro genitori non ci saranno più. Il progetto è ancora nella fase iniziale e al momento saranno soltanto due le persone che pernotteranno più volte a settimana nella casa-famiglia della città dell'isola Dino

Progetto autofinanziato

Letteralmente ignorata dalle istituzioni locali, l'associazione di Parise negli anni ha potuto contare sul supporto della gente comune. La generosità dei cittadini praiesi ha consentito alla onlus di svolgere numeroso attività, tutte documentate, e di afforntare i momenti difficili, che non sono mancati. Anche stavolta il progetto "Dopo di noi" potrà contare unicamente sul sostegno economico dei provati cittadini. La particolarità, infatti, è che le attività saranno autofinanziate con le donazioni. «In tanti hanno già risposto al nostro appello - dice ancora Franca Parise -, e qualcuno ci ha fatto sapere di aver "adottato" i nostri ragazzi predisponendo dei bonifici mensili. Piccole somme, che per noi sono tutto».

La cerimonia inaugurale

Il simbolico "taglio del nastro" è avvenuto qualche giorno in quella che ormai la storica sede nella ex zona industriale. Alla cerimonia, avvenuta in ossequio alle normative anticovid, hanno preso parte pochissime persone, tra cui tre giovani sacerdoti del posto, che hanno impartito la benedizione. Don Roberto, don Ernesto e don Franco, da sempre vicini ai ragazzi della onlus praiese, si sono detti entusiasti del progetto e hanno assicurato la massima collaborazione. Un'emozionatissima Franca Parise ha poi spiegato che le richieste di assistenza arrivano da tutto il comprensorio altotirrenico, anche per via della carenza di strutture pubbliche adeguate. «Non c'è scampo - ha detto la Parise - l'unica soluzione è unire le forze e combattere insieme. Se il nostro modello funzionerà, ogni paese potrà avere il suo "Dopo di noi" e sarà bellissimo».