Un’opera ideologica, inutile e pericolosa, quando per Calabria e Sicilia serve potenziare le reti infrastrutturali, contrastare il dissesto idrogeologico e migliorare i servizi di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua. Prosegue la mobilitazione di comitati, associazioni e partiti per il no al ponte sullo Stretto, stavolta con una conferenza stampa all’hotel Capranichetta, alle porte di Montecitorio. Il documento finale fissa le priorità e apre a una grande manifestazione sotto il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

«Per loro, dentro quei quadratini gialli nelle tavole del progetto, ci sono semplici edifici da demolire; in realtà ci sono famiglie che hanno diritto a una vita serena», dice in apertura dell’evento Rossella Bulsei, esproprianda e rappresentante del comitato “Titengostretto” di Villa San Giovanni. Forti le fibrillazioni per i fatti degli ultimi giorni, dal via libera al progetto della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente, all'emendamento alla legge di bilancio della Lega per impegnare nel progetto 14,7 miliardi di euro - circa tre miliardi in più rispetto a quelli previsti - di cui 7,7 miliardi provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione.

«Hanno sostituito 12 membri della commissione Via e hanno approvato il progetto in 4 giorni; c’è qualcosa che non funziona, è pericoloso», sottolinea Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil. Oltre al problema delle famiglie espropriate – sono 450 –, anche «3.000 imprese sono state sottoposte a questa procedura: stiamo impoverendo un territorio», aggiunge. Il deputato di Avs, Angelo Bonelli, solleva la questione della trasparenza: «Oggi ho detto al Ministro Fratin che lo ritengo responsabile della corretta consegna e pubblicazione del parere. Ci sono alcuni che lo stanno leggendo, altri come me che, a distanza di 24 ore, non riescono ancora a leggerlo».

Il Wwf si dice pronto a dare battaglia nelle sedi europee. Anzitutto perché la stima iniziale dei costi ha permesso di assegnare l’opera senza gara d’appalto; il successivo aumento di valore avrebbe invece richiesto una nuova procedura. Violata la direttiva Habitat e Uccelli, che imporrebbe una particolare attenzione all’ecosistema della zona. Terzo punto, denuncia l’associazione ambientalista, la mancata applicazione della procedura di valutazione ambientale strategica. Un’opera che coinvolge 2 Regioni, 5 Province e 29 Comuni, non poteva prescindere da una valutazione molto più approfondita, con analisi degli effetti e possibili alternative.

«Abbiamo presentato delle interrogazioni alla Commissione europea», dice Annalisa Corrado, eurodeputata Pd. Anzitutto per la violazione delle norme sugli appalti: «Se il progetto non dev’essere lottizzato quando si assegna la gara, non si può ‘spacchettare’ in un secondo momento – aggiunge la dem. Vogliamo far capire all’Europa che questo è un ecomostro, un progetto insostenibile». Molti, troppi, i dubbi legati alla stabilità dell’infrastruttura per il vicecapogruppo del M5S alla Camera, Agostino Santillo. E le perplessità sul fatto che l’opera andrà concretamente avanti: «È solo un'idea, visto che abbiamo sì un ok della commissione Via-Vas, ma con 60 prescrizioni da matita blu».

Nel documento finale si legge che è «un grave errore considerare il Ponte sullo Stretto come elemento strategico per la modernizzazione infrastrutturale del Mezzogiorno». Prioritari dovrebbero essere, invece, altri interventi, mai realizzati o realizzati a metà. Tra gli altri, l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, l'elettrificazione e la messa in sicurezza della ferrovia Jonica Sibari-Reggio Calabria e, in generale, la manutenzione del sistema autostradale Siciliano e Calabrese.