La scure dei tagli si abbatte sulle Regioni e, inevitabilmente, anche sulla Calabria che nell'operazione di rimodulazione e trasferimento di fondi rischia di perdere ben 54 milioni di euro, inizialmente stanziati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e destinati all'ammodernamento delle strutture ospedaliere.

Il decreto legge

La novità è contenuta nel decreto legge varato dal Governo ad inizio marzo (19/2024) contenente disposizioni urgenti per l'attuazione, appunto, del Pnrr. Ma annidate nei tanti articoli del dispositivo normativo ci stanno anche poche righe con cui si decreta il definanziamento degli investimenti previsti nell'ambito del programma denominato "ospedale sicuro e sostenibile".

Ospedali vetusti

Insomma, parte della componente 2 della missione 6 del Pnrr che in Calabria aveva portato in dote risorse pari a 78 milioni di euro da investire nella messa a norma delle strutture ospedaliere, alcune delle quali davvero vetuste e la cui costruzione risale nel tempo, da adeguare quindi sotto il profilo sismico ed infrastrutturale. A finire sotto la scure del Governo, in particolare, le risorse finanziate con il piano nazionale complementare, un plafond che in Calabria vale 54 milioni di euro stanziati, nel frattempo, a copertura di sette interventi infrastrutturali.

Gli interventi a rischio in Calabria

Si tratta, nello specifico, dei lavori di riqualificazione e messa a norma sismica del presidio ospedaliero di Lamezia Terme e Soverato, sotto la competenza dell'Asp di Catanzaro; dell'edificio di malattie infettive e di un plesso risalente al 1939 afferente all'azienda ospedaliera di Cosenza e degli ospedali di Praia a Mare, di San Giovanni in Fiore e Trebisacce, afferenti all'Asp di Cosenza.

"Nuovi" fondi per coprire i tagli

Opere stralciate dal fondo complementare e spostate sulle risorse ex art 20 (legge 67/88)) dell'edilizia sanitaria. Ma l'iniziativa governativa - che ha drenato risorse per 1,2 miliardi in tutta Italia - ha sollevato già uno sciame di polemiche. Ad alzare le barricate la stessa Conferenza delle Regioni che ha chiesto l'immediata abrogazione della norma.

L'abrogazione della norma

«Si tratta d’investimenti già in corso e su cui in molti casi sono già partiti i cantieri e in ogni caso già molto spesso con obbligazioni giuridicamente vincolanti che riguardano tra l’altro la sicurezza sismica dei nostri ospedali in un paese in cui molte regioni hanno avuto il terremoto» ha commentato il coordinatore della commissione Salute.

In Calabria progetti in fase avanzata

In Calabria le progettazioni per i sette interventi finanziati con il fondo complementare si trovano in uno stato piuttosto avanzato. Secondo l'ultimo monitoraggio risalente a febbraio, la quasi totalità ha concluso la fase della progettazione esecutiva (fatta eccezione per il solo ospedale di San Giovanni in Fiore), pronti per andare a gara. Quest'ultima manovra rimischia però le carte in tavola, e spalanca le porte ad una débâcle.