L’intenzione era quella di centralizzare o quanto meno razionalizzare, armonizzare l’area dell’emergenza urgenza in Calabria, per troppi anni affidata ad una gestione disomogenea, quasi anarchica, suddivisa nelle sue cinque aree provinciali.

Dimezzare il caos

Per ora la riforma - avviata con la nascita di Azienda Zero - ha ottenuto il risultato di “semplificare” il caos, dimezzare l’anarchia, da cinque a due centrali che però continuano a operare come monadi, sulla scorta di una frattura creata sull’asse Catanzaro-Cosenza.

Prestazioni aggiuntive a "Nord"

L’ultimo esempio in ordine di tempo è la delibera di recente adottata dall’Asp di Cosenza con cui si autorizzano le prestazioni aggiuntive per il personale impiegato nella centrale operativa nord della Calabria e per quello delle postazioni territorialmente ricadenti nell’area del cosentino.

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A Sud, bocce ferme

A Catanzaro - nella centrale operativa sud - bocce ferme, nonostante le due lettere – firmate dal personale di centrale – dai toni cortesi ma dal contenuto preoccupante a causa delle condizioni di lavoro e della carenza di personale in una sala operativa chiamata a gestire l’emergenza in tutta l’area sud della Calabria.

Poco personale

Poco personale, era l’ennesimo grido di allarme, in vista della stagione estiva ma neanche prestazioni aggiuntive per tentare ugualmente «di assicurare i livelli essenziali delle prestazioni» come recita la delibera dell’Asp di Cosenza su proposta del direttore della centrale operativa Nue 112 – 118 – 1161117.

Organico dimezzato

Secondo quanto si legge, l’organico necessario allo svolgimento delle attività delle postazioni e della centrale dovrebbe essere di 135 unità, allo stato attuale in servizio ne risultano meno della metà: 59 tra medici e convenzionati; all’appello mancano ben 76 camici bianchi, una condizione che non consente di «garantire la copertura completa dei turni di servizio» nonostante le procedure concorsuali «che non hanno ripianato la carenza».

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80 euro all'ora

Per l’intera annualità in corso, quindi, si impegna un milione e 700mila euro per remunerare 19.800 ore aggiuntive di lavoro svolto dallo stesso personale in servizio. Circa ottanta euro all’ora. «Gli utenti della provincia di Catanzaro saranno figli di un Dio minore» ironizza il delegato provinciale Smi, Saverio Ferrari, che sulla questione della mancata autorizzazione delle prestazioni aggiuntive precisa: «Come organizzazione sindacale abbiamo richiesto a maggio le prestazioni aggiuntive per i medici del 118 dell’Asp di Catanzaro ma al momento nulla è accaduto».

Figli di un Dio minore

Ci si appella, quindi, «alle riconosciute capacità gestionali del commissario Battistini» per «porre un freno a questa autonomia differenziata di Cosenza rispetto a Catanzaro. Il commissario di Azienda Zero, dottor Miserendino, cosa ne pensa?» aggiunge ancora Ferrari. «Riconoscerà agli utenti della provincia di Catanzaro ed ai villeggianti che presto animeranno le sue spiagge pari dignità assistenziale?».«Appare veramente strano che 2 Asp (Cz e Vibo) con il medesimo commissario prendano due decisioni diametralmente opposte per la tutela della salute pubblica infatti a  Vibo le prestazioni aggiuntive sono iniziate a gennaio 2024 mentre a Catanzaro/Crotone si paventa nemmeno l'ipotesi (per carenza di fondi?)  Evidentemente le due popolazioni hanno diritti sanitari differenti ed i professionisti dell'Asp di Catanzaro già colpiti dal precedente management (terna commissariale) continuano ad essere poco considerati ancora oggi».