Le immagini hanno fatto immediatamente il giro del mondo, poche istantanee che sanno di rabbia e dolore per uno dei patrimoni più belli della nostra regione ormai ostaggio delle fiamme, del fumo e dei piromani. Non c’è il flash dei turisti ad illuminare le cinque dita di roccia, solo il rosso delle fiamme che divampano senza sosta e il blu dei mezzi di soccorso e delle autobotti dei vigili del fuoco e dei volontari, che da tutta la Calabria stanno arrivando nel cuore della provincia di Reggio Calabria. Non ci sono i sorrisi dei bambini e dei visitatori, ci sono solo le lacrime dei pochi abitanti che sono stati momentaneamente evacuati, dei titolari delle attività commerciali del borgo: la resistenza delle loro botteghe sta lasciando spazio alla cupa rassegnazione che qui, a queste latitudini, evidentemente non cambierà mai nulla.

Treni bloccati, soccorsi ed evacuazioni: a Pentedattilo solo fumo e fiamme

Da giorni ormai l’area grecanica della Calabria brucia senza soluzione di continuità: ci sono state evacuazioni, corse contro il tempo per salvare case, abitanti, aziende agricole con bestiame e macchinari ma le fiamme hanno continuato inesorabili la loro corsa fino ad arrivare a Pentedattilo. Nella giornata di sabato, la situazione è peggiorata repentinamente anche a causa del vento caldo che ha aiutato le fiamme nella loro corsa infernale: proprio il sabato, però, è uno di quei giorni in cui a Pentedattilo si riversano visitatori, turisti, gruppi di escursionisti e scout provenienti da tutta la Calabria. In molti quindi si sono trovati ad affrontare situazioni complesse: a queste si sono aggiunte gli inevitabili ritardi sulle strade e sui mezzi. La circolazione ferroviaria è stata completamente interrotta in più punti, con Trenitalia che ha dovuto reperire mezzi alternativi per garantire la circolazione. «Abbiamo atteso per due ore un primo mezzo, che ha raccolto solo un terzo delle persone – si sfoga una passeggera in un post sui social network – mentre ne servivano almeno tre. C’è un gruppo scout che attende ed al quale avevano appena detto che il sogno di visitare Pentedattilo non si sarebbe avverato a causa delle fiamme che rendevano impossibile accedere alla zona». 

Il giorno dopo è fatto di rabbia, delusione e rassegnazione: le fiamme lasciano spazio ad uno scenario spettrale fatto di buio e cenere, che potete vedere nelle immagini seguenti e che danno la cifra di quello che è successo in uno dei posti più rappresentativi della nostra regione. 

A Motta San Giovanni si lavora per arginare le fiamme: obiettivo salvare l’Aspromonte

Situazione particolarmente critica anche a Motta San Giovanni, insieme a Montebello Jonico uno dei fronti più critici del weekend: da settimana scorsa il centro reggino è uno dei fronti più importanti del fuoco, sul quale si stanno concentrando le attenzioni dei mezzi di soccorso e delle squadre aeree e di terra. Si è lavorato tutta la notte per arginare il fronte delle fiamme: l’obiettivo era quello di evitare che il fronte del fuoco potesse scivolare pericolosamente verso valle e andare a colpire le parti più interne dell’Aspromonte, nelle quali sarebbe poi veramente impossibile intervenire. La paura di tutti è che si possano replicare i giorni tragici di due anni fa, quando il fuoco si propagò senza controllo nel parco lasciando una ferita indelebile e bruciando 80 mila ettari di vegetazione.

L’obiettivo è superare i prossimi due giorni, che dal punto di vista climatico rappresenteranno il picco delle alte temperature: il combinato tra la colonnina di mercurio mai sotto i 35 gradi e il forte vento caldo che spira sul sud della Calabria potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione, mentre da mercoledì le temperature più miti potrebbero aiutare. A fare paura, però, sono le previsioni di forti venti di maestrale: se i grandi roghi per mercoledì non saranno domati, l’aumento dei venti potrebbe essere un colpo mortale su questo territorio.