Il conflitto Russia-Ucraina semina discordia pure lontano dai campi di battaglia. E anche la cultura, che dovrebbe essere un ponte di unione tra le nazioni, diventa veicolo di dissapori. Un gruppo di persone appartenenti alla nutrita comunità ucraina, supportate da rappresentanti di associazioni della propria nazione, sabato dalle ore 19:30, hanno manifestato a Palmi all’esterno del teatro Manfroce per protestare contro lo spettacolo “Il lago dei Cigni” del Russian Classical Ballet,  previsto per le ore 21:15. Il Russian Classical Ballet, diretto da Evgeniya Bespalova, fondato nel 2005 a Mosca, si propone di conservare la tradizione del balletto classico russo. La compagnia è composta da un cast di ballerini provenienti dalle principali compagnie russe.

I manifestanti hanno esternato il proprio dissenso pacificamente attraverso letture di messaggi, cartelloni, poesie, canti popolari. Hanno chiesto di non sostenere eventi culturali russi poiché, a loro avviso, si tratterebbe di propaganda, arma ibrida per influenzare l’opinione pubblica. Una rappresentante delle associazioni ucraine ha letto una lettera indirizzata al presidente della Repubblica italiana Mattarella per chiedere «di riflettere, non prestarsi alla propaganda russa e vietare progetti simili, poiché è offensivo introdurre uno spettacolo di un Paese oppressore in un Paese in cui vivono dei profughi». Il gruppo ha poi espresso l’intenzione di essere presente per protestare anche in altre città qualora ci saranno eventi simili.

Il messaggio del sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio

«Questa sera al Teatro Manfroce si esibirà il Balletto di Mosca. Ho ricevuto una delegazione ucraina che mi ha chiesto di impedire l'evento ma, pur comprendendo la posizione, non ho ritenuto di intervenire. La Russia ha aggredito ed invaso l'Ucraina e va condannata, in linea con l'orientamento espresso dalla Repubblica Italiana. Cosa diversa è la cultura russa, che così come la cultura ucraina o italiana, è uno straordinario strumento di pace. Cancellare la cultura russa vorrebbe dire cancellare anche i dissidenti ed i tanti oppositori di Putin. In questi anni di guerra, abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere, non solo a parole, la comunità ucraina. Ma l'arte non ha colore politico e, come qualcuno ha detto, la bellezza salverà il mondo. Anche quella delle opere di Tchaikovsky».