VIDEO | Il capo della Protezione civile regionale alla guida della struttura speciale contro l’epidemia di coronavirus ha concesso un’imbarazzate intervista a Report nella quale confessa di non avere competenze in materia sanitaria. Eppure sarà lui a dover autorizzare l'acquisto dei macchinari salvavita
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«I ventilatori (per la respirazione assistita, ndr)? Non so neppure cosa siano». Parola di Domenico Pallaria, il mega-dirigente-galattico della Regione Calabria, oggi anche a capo della struttura speciale che coordina le attività per il contenimento del Covid-19. Un po’ più in cima di quanto non fosse già ce l’ha messo Jole Santelli, che in qualità di presidente della Regione è il soggetto attuatore di tutte le azioni di contrasto all’epidemia. «E chi avrei dovuto nominare?», ha replicato un po’ spiazzata la governatrice alla giornalista, che ha chiesto conto del disastro calabrese.
L’ennesima colata di vergogna è scivolata sulla Calabria dal servizio di Report, Rai 3, che ha plasticamente immortalato l’assoluta mancanza di organizzazione, competenze e – probabilmente – coscienza da parte di quelli che dovrebbero essere l’espressione del meglio che c’è sulla piazza in termini di capacità dirigenziale.
Pallaria, tra risatine e ammiccamenti, ha candidamente ammesso che lui, di sanità e macchinari salvavita, non ne sa assolutamente nulla. Eppure, secondo il bando regionale che ha autorizzato l’acquisto senza limiti di spesa di questi supporti tecnici, fondamentali per sconfiggere il coronavirus in terapia intensiva e rianimazione, sarà proprio Pallaria che dovrà sceglierli e autorizzarne l’acquisizione. Lo stesso dirigente per il quale i ventilatori sono probabilmente solo quelli da accendere per trovare un po’ di refrigerio nell’afa estiva, che in Calabria, si sa, può essere molto opprimente.
«Mi sono sempre occupato d’altro, di infrastrutture, di lavori pubblici…», come dire: che ci faccio qui? Boh. E se non lo sa lui, figurarsi i calabresi, che ogni giorno si chiedono come andrà a finire, mentre intorno la gente continua a morire e già si sentono le grida dello spettro nero che aleggia sul nord Italia.
Il servizio di Report non ha rivelato nulla di nuovo, perché Pallaria non è certo spuntato all’improvviso, per caso, ma è lì, in Regione, da vent’anni, sempre a braccetto del potere, da Chiaravallotti a Scopelliti, da Oliverio a Santelli. Attualmente detiene le deleghe per infrastrutture, lavori pubblici, mobilità, traporti, protezione civile e «rifiuti», ci tiene a sottolineare con un’altra risata. Non c’è destra né sinistra, est e ovest, perché sulla sua dirigenza non tramonta mai il sole.
Nulla di diverso dal solito, dunque. Ma è stato come se vedessimo quelle cose per la prima volta. È l’effetto che si prova quando guardi le cose da lontano, quando a raccontartele è un “estraneo”, qualcuno ancora capace di sorprendersi per l’ovvio.
Ai calabresi che si dannano per come viene raccontata di solito la loro terra, ieri bruciava la faccia di rabbia e frustrazione. La Calabria ha fatto l’ennesima figuraccia, messa alla berlina non da una trasmissione faziosa, come qualcuno certamente dirà per difendere l’indifendibile, ma da se stessa, dalle sue eccellenze dirigenziali, da quello che dovrebbe essere la crème de la crème della capacità di governo. E invece è solo melma quella che è uscita dalla tv, fango che continuiamo a impastare con i nostri silenzi e con le nostre colpe.
degirolamo@lactv.it