I tempi saranno ancora lunghi per la conclusione dei lavori del Palazzo di giustizia a Reggio Calabria. Intanto è stata firmata, nel pomeriggio di oggi, la convenzione tra il ministero della Giustizia e l'Uta, l’Unità tecnica amministrativa presso la presidenza del Consiglio dei ministri.

«Un gruppo di lavoro a cui il ministero della Giustizia affiderà il compito di riprendere i lavori di completamento del Palazzo di giustizia – chiosa Massimo Orlando, direttore generale del ministero di Giustizia -. Ha svolto appalti per importi molto elevati, anche 45 o 80 milioni. Quindi confidiamo nella professionalità degli esponenti dell’Uta per riprendere e completare un palazzo che è divenuto indispensabile per la città». Le note dolenti però riguardano la conclusione dei lavori, con l’iter che c’è da rispettare. «Andiamo dai tre ai cinque anni per la fine dei lavori - risponde Orlando - perché ci sono tecniche da svolgere, prima fra tutte un nuovo appalto, visto che per ragioni tecniche si è preferito evitare lo scorrimento della graduatoria esistente. I tempi così si dilateranno. Non voglio fare promesse da marinaio ma entro cinque anni al massimo dovrebbe essere completato».

Per il sottosegretario alla giustizia Francesco Paolo Sisto «in genere le firme non hanno tutto il peso che oggi ha questa firma. La nostra come Ministero non è una presenza formale, ma una presenza per dare risposte ai territori, una risposta che arriva a Reggio e che arriverà in altre città. L’intervento di Reggio è importante perché deriva da un incredibile travaglio, una difficoltà a raggiungere l’obiettivo. Un obiettivo che potremo dire raggiunto dopo la fine dei lavori, ma dopo tanta fatica finalmente arrivano le risposte».

«Una convenzione che stabilisce la stazione appaltante – chiarisce Luciano Gerardis, presidente del distretto reggino – e che le consente di partire immediatamente con il bando ed il resto. Oggi un altro passo fondamentale. Per la prima volta si può essere speranzosi e fiduciosi. La convenzione stabilisce un accordo tra il Ministero e l’Uta che viene nominato stazione appaltante. Da questo momento in poi gli appalti verranno gestiti direttamente da questa stazione affinchè siano consegnati presto i lavori».