Arrivano alla spicciolata in maniera ordinata, secondo l’orario che è stato loro assegnato. Spesso all’interno delle auto ci sono intere famiglie. Hanno avuto un caso positivo e l’ultimo decreto del ministero spiega che per i contatti stretti asintomatici è obbligatorio osservare «un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso; oppure un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno».

 

Per chi il positivo ce l’ha in casa, seppure in isolamento, il tampone è necessario, ma l’Asp è ormai al collasso e così molti diventano ostaggi in casa propria. San Pietro a Maida, paese del Lametino, attende ancora gli esiti di tamponi fatti oltre dieci giorni fa. Ecco il perché della decisione di fare i tamponi rapidi gratuitamente, a carico del Comune, a tutti coloro che abbiano terminato la quarantena affidandoli a medici e infermieri dell’Uccp.

 

«Dobbiamo permettere alle persone di tornare a lavorare e sostenere il lavoro del personale sanitario dell’Asp che ormai non ce la fa più», spiega il sindaco Domenico Giampà che si è ritrovato ad avere in pochi giorni il primo paese calabrese in lockdown, ancora prima che il governo lo applicasse a livello nazionale.

 

Oltre 50 i positivi al momento, ma mancano diversi tamponi ed alcuni hanno anche sintomi. Il che non fa presagire in una risoluzione del problema, ma anzi, ricorda il sindaco, bisogna tenere alta la guardia. Giampà ha anche chiesto maggiori poteri per potere con le forze dell’ordine vigilare sulle quarantene, fondamentali nel caso di soggetti negativi ma che hanno avuto contatti con positivi e potrebbero quindi avere contratto il virus.

 

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