Dal terzo settore la rivendicazione della riapertura del presidio ospedaliero Chidichimo di Trebisacce, ancora chiuso nonostante la pronunzia del Consiglio di stato che impone la ripresa delle attività. Nelle ultime ore, l’associazione “Insieme per l’Alto jonio”, presieduta da Andrea Renne ha tenuto una conferenza stampa al fine di illustrare i contenuti di una missiva che sarà inviata al Ministro della Salute On. Roberto Speranza e al Commissario ad acta Regione Calabria Guido Longo nonché l’annunzio di prossime iniziative di mobilitazione.  

Sentenza mai attuata 

Si mette in evidenza- nella relazione- il contesto infrastrutturale e trasportistico che determina disagi all’emergenza sanitaria e ai soccorsi. Una sentenza mai attuata nonostante la nomina del commissario ad acta  chiamato a far rispettare la pronunzia con cui è stata stabilita la riapertura dell’ospedale, chiuso 10 anni fa con un decreto dell’allora presidente della giunta regionale Giuseppe Scopelliti in qualità di commissario per la sanità calabrese. Furono soppressi i reparti di chirurgia, medicina, cardiologia e utic, ginecologia e ostetricia, il nido e la dialisi.

Più di cento posti letto scomparsi e trasformati all’improvviso in lungodegenza che non è sufficiente per garantire le esigenze dell’intero territorio. La stessa fine fece il pronto soccorso “trasformato in Punto di primo intervento rafforzato” dove il paziente oggi riceve le prime cure e viene impacchettato per essere poi trasferito all’ospedale più vicino, quello di Corigliano. Ad oggi, dunque, rimane tutto inattuato e l’intero Alto jonio è sprovvisto di un punto di riferimento ospedaliero. Né è stato dato seguito alle recenti dichiarazioni rese dal viceministro Pierpaolo Sileri che ha confermato la necessità di riaprire il presidio ospedaliero, unitamente a quello di Cariati. 

Le condizioni dell'ospedale Chidichimo

Al momento all’ospedale di Trebisacce c’è la rete del pronto soccorso, gli ambulatori, la divisione di lungodegenza che deve essere convertita in medicina, mentre le sale operatorie sono da ristrutturare. Il personale è carente. Si rende necessario, inoltre, intervenire con adeguamenti nel reparto di medicina interna che accoglie 20 posti letto. Va da sé, inoltre, che per dare attuazione alla sentenza del Consiglio di stato occorre bandire i concorsi e fare le assunzioni del personale sanitario (medici, anestesisti, infermieri ed OSS da rimpiazzare).«Richieste inevase e più volte sollecitate alla Direzione Sanitaria all’ASP Cosenza».