La scelta dell'Azienda sanitaria provinciale aveva fatto sperare in una nuova vita per il "Giovanni XXIII", ma lo stop della presidente Santelli ha riportato il presidio sanitario nel limbo nel quale si trova da anni
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L'ospedale di Gioia Tauro era tra quelli scelti dall'Azienda sanitaria di Reggio Calabria per diventare un centro Covid. A distanza di più di un mese il presidio ospedaliero della piana rimane in un limbo, "congelato" da una nota della presidente della Giunta regionale Jole Santelli che, di fatto, ha bloccato sul nascere il progetto.
Soldi sprecati
Per preparare la struttura a ospitare i pazienti affetti da Covid-19, l''Asp di Reggio Calabria aveva promosso una serie di interventi di manutenzione, dovendo rimettere in sesto anche il reparto di chirurgia, ristrutturato alcuni anni fa e mai entrato in funzione. Sì, perché nonostante gli atti aziendali e le belle parole da parte della politica, l'ospedale di Gioia Tauro rimane un guscio vuoto, spogliato di personale e reparti nel corso degli ultimi anni in nome del taglio della spesa sanitaria. Proprio per questo, per uscire da questo stato di incertezza e cercare di dotare l'ospedale della città del porto dei servizi minimi per farlo funzionare, il sindaco Aldo Alessio ha scritto alla commissione straordinaria che guida l'Asp reggina.
Covid o no Covid?
«Dalla lettura della deliberazione della commissione straordinaria numero 245 del 16 aprile 2020 - scrive il sindaco di Gioia Tauro - emerge chiaramente che l’ospedale gioiese , inizialmente proposto e individuato dall’ Asp di Reggio Calabria come struttura Covid - rimane No Covid. Questo perché la sua destinazione è stata “sospesa con nota numero 120424/2020 del presidente della Giunta regionale”».
La dotazione
«Attualmente, nonostante l’ospedale sia stato ristrutturato con percorsi Covid - aggiunge Alessio - è in grado di accogliere 6 posti letto di terapia intensiva, 21 posti letto di terapia sub intensiva e 20 posti letto di rsa Covid, rimane classificato ed operativo solo come ospedale "no Covid", con il pronto soccorso, medicina generale, i servizi diagnostici e gli ambulatori specialistici».
Guscio vuoto
«È bene chiarire - sottolinea il primo cittadino - per giusta informazione che ancor oggi nella struttura non c’è un solo anestesista, mancano i rianimatori e il necessario personale altamente specializzato e qualificato ad affrontare l’attuale emergenza. Manca la tac e tutte le strumentazioni diagnostiche necessarie, nonché i dpi. Conseguenza di tale modo approssimativo ed atecnico di programmare l'assistenza ospedaliera in questo drammatico momento, è la impossibilità di operare correttamente eventuali ricoveri per pazienti Covid».
I dubbi del sindaco
«A fronte di ciò, Alessio se «l’ospedale di Gioia Tauro è pronto a gestire pazienti affetti da Covid-19; Se la struttura ospedaliera per come è stata ristrutturata è in grado di assicurare condizioni di assoluta sicurezza per tutti gli operatori sanitari e di prevenire una possibile diffusione di contagio; Ciò premesso, vigileremo affinché non si arrivi a questo. Tali eventualità, infatti, comprometterebbero la salute di pazienti ed operatori, mettendo in pericolo la città, né tanto meno il sindaco, nella sua qualità di prima autorità sanitaria del territorio, può esprimere un parere favorevole senza aver ricevuto prima le più ampie rassicurazioni sulle problematiche sopra esposte».
La speranza
«In questa fase di emergenza - conclude il sindaco Alessio - è possibile programmare con lungimiranza il futuro dell’ospedale Civile Giovanni XXIII di Gioia Tauro dopo il Covid. Riteniamo inoltre, che assieme alla medicina, all’urologia, alla cardiologia, alla radiologia, si possono inserire anche l’oncologia, la tac già prevista e un reparto di alta specializzazione come l’ortopedia, anche in funzione delle numerose maestranze che operano e lavorano nelle attività portuali, proponendo un eventuale gemellaggio con una struttura ospedaliera all’avanguardia in Italia ed in Europa. Auspichiamo, pertanto, che si faccia chiarezza e si diano le giuste rassicurazioni all’Amministrazione Comunale ed ai cittadini, confermando la nostra disponibilità ad un incontro chiarificatore, con i responsabili sanitari regionali e provinciali».