Avrebbero percepito indebitamente indennità per turni festivi, straordinari, notturni e reperibilità. Si tratta di dipendenti dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, le cui buste paga e le timbrature con il badge sono finite sotto la lente dei militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza che hanno svolto una complessa attività di indagine, coordinata dalla locale Procura, con la collaborazione anche dell'Ispettorato del lavoro e dell'Inps. L'ipotesi di reato è truffa aggrava ai danno dello Stato.

Le fiamme gialle, a seguito di acquisizioni presso l’A.O. di Cosenza, hanno analizzato una corposa documentazione da cui è emerso come collaboratori amministrativi della Azienda avessero indebitamente retribuito, in favore di altri dipendenti, indennità per turni festivi, straordinari, notturni e reperibilità non corrispondenti alle prestazioni realmente effettuate.

In particolare, l’esame delle buste paga e delle “badgiature” ha evidenziato come gli indagati abbiano effettivamente percepito ingenti somme sia per indennità non spettanti sia per ore di straordinario mai svolte, spesso anche in numero rilevante, ovvero “svolte” ma liquidate in riferimento a periodi in cui il dipendente, a volte, risultava in malattia.

Pertanto, gli indagati sono stati deferiti all'autorità giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, per avere, in concorso fra loro, causato l’indebita erogazione di indennità accessorie da parte dell’Azienda ospedaliera di appartenenza. Veniva nel contempo richiesta dalla Procura della Repubblica l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle somme indebitamente percepite.

A seguito dell’attività d’indagine coordinata dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico, veniva disposto il sequestro preventivo per equivalente delle somme rinvenute sui conti correnti, nonché sugli immobili e sul Tfr degli indagati per un importo complessivo di oltre €. 220.000.

I nomi delle persone coinvolte

Questi i nomi delle persone indagate: per Francesco Verrino, Luigi Pellegrino, Roberta Chiarello, Franco Perri il gip ha disposto il sequestro preventivo delle somme di denaro sui conti correnti bancari e postali, sui libretti di risparmio e sui depositi bancari. Per altri tre indagati – Giuseppe Ippolito, Francesco Bonanno e Vincenzo Sacco - la richiesta di sequestro è stata rigettata