Si tratta di altri 26 ultras del Catania. Per loro l’ipotesi di reato sono violenza privata e danneggiamento aggravato. Lo scorso 29 aprile avevano aggredito quattro docenti alla stazione di Lamezia Terme Centrale
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Salgono a 47 i tifosi catanesi denunciati per avere aggredito davanti alla stazione ferroviaria di Lamezia Terme Centrale lo scorso 29 aprile quattro docenti, dopo averli inseguiti lungo la A2 scambiandoli per ultras della tifoseria avversaria. Per loro l’ipotesi di reato è, in concorso, di violenza privata, danneggiamento aggravato e dei reati di cui all'art. 8 della legge 401/89.
Il Questore della provincia di Catanzaro Amalia di Ruocco ha emesso a loro carico anche 26 Daspo, provvedimenti di divieto di accesso al luoghi dove si svolgono competizioni sportive, con durata che varia da cinque a otto anni. Per sei di loro anche con obbligo di firma.
A coordinare le indagini di polizia giudiziaria personale della Digos della Questura di Catanzaro in stretta collaborazione con i collaterali uffici di Catania, Matera e Messina, insieme al Commissariato di Lamezia Terme. Indagini serrate che hanno permesso così di arrivare all’identificazione di 26 nuovi soggetti rispetto ai 21 individuati a ridosso del fatto.
Per uno di loro scattò anche l’accusa di tentato omicidio avendo tentato di investire il poliziotto che aveva sparato alcuni colpi di arma da fuoco in aria per cercare di fermare il delirio di follia in corso. Con più furgoni e auto i tifosi, che avevano prima inscenato una sorta di posto di blocco all’uscita di Pizzo, avevano inseguito l’auto con a bordo i quattro docenti fino all’uscita di Lamezia e poi alla stazione. Qui li avevano aggrediti con cinghie e bastoni e avevano lanciato un fumogeno all’interno dell’autovettura che aveva così preso fuoco mentre al suo interno un passeggero a causa di una forma di disabilità non riusciva ad aprire lo sportello.
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