Operazione Stige, la Cassazione dà ragione all'ex sindaco Donnici

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della Dda contro la decisione del Tribunale della Libertà che aveva annullato la misura cautelare
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di Marco  Lefosse
12 maggio 2018
18:25
Angelo Donnici
Angelo Donnici

Anche la Corte Suprema di Cassazione dà ragione ad Angelo Donnici, già Sindaco di Mandatoriccio, coinvolto nell'operazione antimafia Stige, condotta dai carabinieri del ROS che nel gennaio scorso ha portato all'arresto di 170 persone. Inammissibile il ricorso inoltrato dalla Direzione distrettuale antimafia avverso il provvedimento del Tribunale della Libertà, che annullava la misura restrittiva, restituiva alla libertà e, soprattutto, riabilitava pienamente il noto professionista.

 


I legali: «Ripristinata immagine e dignità professionale»

A darne notizia sono gli avvocati Roberto Laghi e Tommaso Caliciuri del foro di Castrovillari, esprimendo soddisfazione per l’esito della seduta in Camera di Consiglio dello scorso 9 maggio, che – dicono – «mette definitivamente la parola fine all’amara vicenda dell’avvocato Donnici. Il quale, a suo tempo, era stato raggiunto da ordinanza custodiale in carcere nell’ambito dell’operazione Stige, perché coindagato insieme ad altre nove persone per turbativa d’asta».

«Il Tribunale della Libertà - sottolineano ancora Laghi e Caliciuri - non aveva operato revoca, ma addirittura l’annullamento della misura cautelare, ciò evidentemente per assoluta mancanza degli elementi essenziali previsti dal legislatore».



«Non è emerso dalle risultanze investigative – è scritto nella sentenza – che il Sindaco, ovvero l’odierno indagato Donnici, abbia apportato alcun contributo alla perpetrazione dell’illecito. Non si rinviene dalle risultanze investigative l’evidenza di una sua partecipazione agli accordi criminosi. Egli non risulta – per quanto è emerso – aver preso parte alle conversazioni telefoniche di interesse investigativo, né il suo apporto viene richiesto, o comunque menzionato, dagli interlocutori. Dagli atti si evincono i contributi dati alla perpetrazione dell’illecito da altri soggetti intranei all’amministrazione comunale. Mentre per quanto attiene all’odierno ricorrente, non vi è un suo coinvolgimento nella vicenda da cui se ne possa inferire la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a suo carico. La mancanza indiziaria nei confronti di Angelo Donnici impone l’annullamento dell’ordinanza impugnata».

«L’avvocato Donnici – concludono i legali - sempre apprezzato e stimato dalla comunità professionale e sociale in cui opera, pur avendo molto sofferto, non ha mai smesso di riporre ed esprimere la propria fiducia nei confronti della Magistratura che, in pochi giorni, ha ripristinato il suo onore, la sua dignità, la sua immagine».

Giornalista
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