Il Tdl dovrà ripronunciarsi sul caso di Danilo Vitellio. Gli investigatori avevano rinvenuto quasi 45mila euro occultati dentro un armadio di un’abitazione riconducibile all'imputato
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La Corte di Cassazione ha quest’oggi accolto il ricorso presentato dai legali Salvatore Staiano ed Antonio Lomonaco in difesa di Danilo Vitellio, così ribaltando l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Catanzaro che aveva disposto la conferma del sequestro preventivo della somma di 45mila euro rinvenuta nella disponibilità del ricorrente.
Danilo Vitellio è imputato nell’ambito dell’operazione denominata Pneus, la cui indagine, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Catanzaro, avrebbe disvelato una lunga serie di atti e minacce perpetrate nei comuni di Amaroni e Vallefiorita, mirate ad ottenere il pagamento del pizzo con modalità tipicamente ‘ndranghetistiche.
Al momento della notifica dell’ordinanza cautelare in carcere, firmata dal Gip di Catanzaro, gli investigatori avevano rinvenuto quasi 45mila euro occultati dentro un armadio di un’abitazione riconducibile a Vitellio, somma che veniva immediatamente posta sotto sequestro. In un primo momento il Tribunale della Libertà aveva accolto il ricorso dei legali restituendo la somma di danaro, ma poche ore dopo la Procura distrettuale ordinava un nuovo sequestro, poi convalidato prima dal Gip e poi dal Tdl catanzarese.
Contro quel provvedimento gli avvocati Staiano e Lomonaco proponevano quindi ricorso in Cassazione, oggi accolto con rinvio al Tribunale di Catanzaro per un nuovo giudizio. Poche settimane fa, su richiesta degli stessi legali, il Gip ha scarcerato Danilo Vitellio, disponendo a suo carico gli arresti domiciliari.