La truffa nelle case popolari e i soldi comunali spesi per bonificare gli uffici dalle microspie

VIDEO | Peculato e abuso d’ufficio tra i reati contestati al sindaco di Guardia Piemontese e al funzionario comunale arrestati questa mattina nell’ambito dell’operazione Domus scattata questa mattina e condotta dalla Procura di Paola

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di Salvatore Bruno
30 luglio 2018
12:30
La conferenza stampa a Paola
La conferenza stampa a Paola

Hanno assegnato un alloggio popolare ad un nucleo familiare in via d’urgenza senza la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge, penalizzando così gli aventi diritto a quell’abitazione. Poi, quando i carabinieri hanno avviato le indagini sull’episodio, chiedendo chiarimenti all’amministrazione comunale, hanno anche tentato di inquinare le prove, falsificando il registro del protocollo e bonificando, a spese della collettività, alcuni uffici oggetto di intercettazioni ambientali da parte delle forze dell’ordine. Per questo il sindaco di Guardia Piemontese Vincenzo Rocchetti 56 anni, ed il responsabile tecnico del medesimo comune Giuseppe Caruso, 43, sono stati arrestati e condotti in carcere in esecuzione di due ordinanze cautelari emesse dal Gip del tribunale di Paola Rosamaria Mesiti, su richiesta del procuratore capo Pierpaolo Bruni.
Le manette sono scattate proprio per il rischio di reiterazione del reato. L’inchiesta, avviata nel gennaio del 2017, ha preso spunto da un’attività di iniziativa della stazione carabinieri della città termale. I militari hanno avviato verifiche in merito alla consegna di tre appartamenti ad altrettante famiglie, una delle quali, secondo quanto emerso dalle attività di accertamento, sarebbe stata attribuita sulla base di rapporti personali. Rocchetti e Caruso avrebbero allora alterato il protocollo per far risultare la presenza di una istanza in tal senso, falsificando la data di acquisizione. Poi, sospettando la presenza negli uffici del municipio di microfoni posti dagli inquirenti per intercettazioni ambientali, hanno speso 1.600 euro di fondi pubblici per procedere alla bonifica. Per un terzo indagato era stata richiesta la misura degli arresti domiciliari, poi ritirata poiché il destinatario si trova ricoverato in precarie condizioni di salute in una struttura sanitaria.

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Giornalista
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