Si chiamava Salvatore Cucè ed era originario di Roccabernarda, nel Crotonese. Il cordoglio dell'amministrazione comunale. Ferito un secondo lavoratore trasferito d'urgenza in ospedale
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Un operaio del Crotonese di 34 anni è morto in un cantiere della linea ferroviaria del Terzo Valico, tra Piemonte e Liguria. L'operaio morto si chiamava Salvatore Cucè ed era originario di Roccabernarda. Un altro lavoratore, un siciliano di 53 anni, è rimasto ferito gravemente ed è stato trasportato in ospedale a Novi Ligure.
L’incidente è avvenuto nella notte al cantiere di Valeggio, in provincia di Alessandria. Dalle prime informazioni emerge che, mentre gli operai lavoravano sul cassero di calotta in galleria, sono stati investiti da una fiammata prodotta molto probabilmente da metano di origine naturale emesso dalla roccia e innescato da una scintilla. I due lavoratori hanno riportato diverse ustioni a mani, braccia e volto. Per Cucè le ustioni sono state fatali ed è deceduto durante il trasporto in ospedale.
I tecnici fanno sapere che tutti i controlli di sicurezza erano stati espletati prima del turno, compresa la ricerca di eventuale presenza di gas, come da prassi, e che probabilmente il metano è fuoriuscito nel momento in cui la calotta di metallo è stata smontata. Gli accertamenti proseguono per individuare con certezza le cause dell’incidente.
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«Restiamo scossi ed increduli davanti alla notizia che mai nessuno vorrebbe sentire - è quanto si legge sul sito del Comune di Roccabernarda - il nostro giovane compaesano Salvatore Cucè, mentre svolgeva il suo lavoro in provincia di Alessandria, ha perso la vita. Ci stringiamo attorno ai familiari in questi momenti di angoscia assoluta dove tutto diventa insignificante davanti alla scomparsa di questa giovane vita. Un pensiero va anche al nostro consigliere Fabio Vaccaro, cugino di Salvatore. Il sindaco, l’amministrazione comunale, il Consiglio comunale e l’intera popolazione di Roccabernarda sono vicini alla famiglia Cucè».
Sulla vicenda stanno cominciando a prendere posizione le organizzazioni sindacali. «Riteniamo assurdo – scrive in una nota la Filca, organizzazione degli edili della Cisl di Alessandria - che un lavoratore venuto tra l’altro dalla lontana Calabria per poter mantenere la propria famiglia venga strappato ai propri affetti per l’ennesimo, evitabile, infortunio sul lavoro. Stiamo attendendo le valutazioni ufficiali delle competenti autorità – aggiunge la Filca – Ma siamo anche fortemente preoccupati della possibilità che ulteriori infortuni di questo genere possano riprodursi».