Il carabiniere in congedo venne ucciso per le indagini condotte quando era in servizio a Tivoli. Confermata la pena per Cannizzaro, ritenuto capo della cosca di Lamezia
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La prima sezione della Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione a carico di Domenico Antonio Cannizzaro, presunto capo dell'omonima cosca di Lamezia Terme. Cannizzaro è accusato di essere stato il mandante dell'omicidio di Gennaro Ventura, fotografo e carabiniere in congedo, ucciso e fatto sparire il 16 dicembre del 1996, quando aveva 28 anni.
A svelare movente e mandante dell'omicidio è stato l'esecutore materiale del delitto, Gennaro Pulice, oggi collaboratore di giustizia. Pulice si è autoaccusato di avere eseguito l'omicidio di Ventura su mandato di Cannizzaro ed è stato condannato, con separato giudizio, a 7 anni e 8 mesi di reclusione. Cannizzaro, secondo quanto riferito da Pulice, avrebbe ordinato l'omicidio di Ventura per punirlo per alcune indagini condotte quando era in servizio come carabiniere a Tivoli. Indagini che avevano portato all'arresto di Raffaele Rao, cugino di Cannizzaro.