Il Tdl di Catanzaro dovrà pronunciarsi su esigenze cautelari e gravità indiziaria per il presunto mandante dell’agguato al penalista di Lamezia. Confermato invece il reato associativo anche per Pino Scalise e Angelo Rotella
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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio al Tribunale del Riesame la misura cautelare in carcere nei confronti di Luciano Scalise, 41 anni, arrestato lo scorso 10 gennaio nell’operazione “Reventium” eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro coordinati dalla Dda. La Suprema Corte ha quindi accolto il ricorso degli avvocati Antonio Larussa e Piero Chiodo che, avverso una precedente decisione del Riesame confermativa dell’ordinanza in carcere, si sono rivolti alla Cassazione. L’annullamento con rinvio per Scalise (che resta in ogni caso in carcere sino alla nuova decisione del Riesame) fa riferimento all’accusa di omicidio che lo vuole mandante dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso, il penalista di Lamezia Terme ucciso a colpi di pistola il 9 agosto 2016 appena rientrato nella propria abitazione di via Marconi. La Cassazione ha invece rigettato il ricorso per quanto attiene l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso relativa al fatto che Scalise viene ritenuto elemento di spicco dell’omonima cosca egemoni nei comuni montani del Lametino. Rigetto per quanto attiene il reato associativo anche per Pino Scalise, 61 anni, di Soveria Mannelli (padre di Luciano) e Angelo Rotella, 36 anni, cugino degli Scalise.