Resta totalmente impunito l’omicidio di Vincenzo Di Costa, ucciso a colpi d’arma da fuoco all’età di 46 anni nella serata del 23 marzo 2010 a Tropea. La Corte d’Assise di Catanzaro ha infatti assolto l’imputato, Filippo Saragò, 43 anni, di Tropea, finito sotto processo poiché il gip distrettuale di Catanzaro aveva ordinato nel luglio 2022 al pubblico ministero di procedere alla formulazione dell’imputazione con l’accusa di omicidio aggravato dalle modalità mafiose, così accogliendo le richieste dell’avvocato Giovanna Fronte che assisteva Moira Lo Tartaro, moglie della vittima.

Il fatto di sangue a colpi di pistola era avvenuto in località Campo di Sotto di Tropea mentre la vittima – fra le ore 20 e le ore 21 – stava parcheggiando il ciclomotore nel piazzale antistante la propria abitazione. A contribuire a formulare l’accusa nei confronti dell’imputato, soprattutto la prova dello stub risultata positiva (con l’utilizzo di un’arma da fuoco da parte dell’indagato nell’immediatezza del fatto di sangue la sera del 23 marzo 2010).

Un elemento che evidentemente non ha retto al vaglio della Corte d’Assise che si è riservata 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. Anche il pm della Dda di Catanzaro, Irene Crea, aveva chiesto l’assoluzione. La vittima – secondo il gip e l’ufficio di Procura – era soggetto incline a commettere atti intimidatori a mezzo incendio, ma sugli autori del fatto di sangue al momento non vi sono colpevoli e l’omicidio resta pertanto impunito.