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Un’ultima lite, l’ennesima. Poi Alessandro Manzi, 26 anni, ha imbracciato un fucile, lo ha puntato contro il padre Mario, cinquantenne, ed ha sparato. Almeno due i proiettili che hanno colpito l’uomo ledendo organi vitali. Per il genitore non c’è stato scampo. Si è accasciato al suolo ed è deceduto nel giro di pochi minuti. Teatro dell’omicidio è il cortile della casa popolare di Rossano, in cui padre e figlio coabitavano da qualche tempo. Alessandro si è immediatamente costituito ai carabinieri. Il ragazzo era noto alle forze dell’ordine, così come la vittima. Entrambi avevano precedenti per spaccio di droga ed estorsione. La lite tra Mario Manzi ed il figlio era cominciata in casa ed è poi proseguita nel cortile.
Secondo quanto si è appreso, nell'abitazione c'erano anche l'altra figlia di Manzi, di qualche anno più giovane rispetto al fratello, e la convivente della vittima, un'italiana di poco più di 40 anni. I dissidi e i dissapori tra Manzi ed il figlio, a quanto pare, erano frequenti, provocati dai motivi più svariati. Mario Manzi era conosciuto come una "testa calda", noto a carabinieri e polizia per le sue attività criminali, per le quali era stato anche in carcere. Anche il figlio Alessandro frequentava gli ambienti degli spacciatori di droga e per questo pure lui aveva scontato alcuni periodi di detenzione.
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Non è escluso che a scatenare il diverbio possano esserci contrasti scaturiti proprio dalle comuni attività criminali dei due. Gli investigatori, per il momento, si mantengono cauti e parlano di "futili motivi" senza specificare cosa abbia provocato una violenza tale da culminare in un omicidio. In questo senso saranno determinanti le dichiarazioni rese dall'omicida, subito ascoltato dai carabinieri. Così come potranno servire a chiarire quanto è accaduto le testimonianze della convivente e dell'altra figlia della vittima, presenti nel momento in cui è scoppiata la lite poi sfociata nell'omicidio. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.