Carmelo Bersano è accusato dell'omicidio di suo cognato Antonio Pupo e del ferimento del nipote di appena 18 anni. Stamattina è stato interrogato dal gip del tribunale di Palmi Barbara Borelli e dal pm Elio Romano
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Avrebbe confessato l'omicidio Carmelo Bersano, il rosarnese di 45 anni accusato dalla procura di Palmi di avere ucciso suo cognato, Antonio Pupo. Il 43enne operaio portuale è stato trovato morto nella sua autovettura la notte tra il 3 e il 4 agosto scorsi a Rosarno. Bersano, imbianchino incensurato, è stato sentito questa mattina nel carcere di Palmi, dove si trova rinchiuso dopo essere stato arrestato la sera del 4 agosto, dal gip Barbara Borelli e dal sostituto procuratore Elio Romano. L'indagato era accompagnato dal suo legale, l'avvocato Maria Angela Borgese.
Secondo quanto appreso, Bersano avrebbe raccontato i particolari che hanno portato all'uccisione di suo cognato Antonio Pupo e al ferimento del nipote Michele, di appena 18 anni. Un duplice delitto, ha spiegato il rosarnese ai magistrati, che non era stato premeditato. In base alla sua ricostruzione dei fatti, la sparatoria sarebbe avvenuta all'interno dell'auto di Pupo: avrebbe fatto fuoco per paura, perché il cognato lo avrebbe minacciato. Minacce, per altro, avrebbe raccontato Bersano, che si sarebbero ripetute nelle settimane precedenti al delitto, tanto da spingerlo a comprare una pistola sul mercato illegale.
Lo scontro tra i due uomini (sposati con due sorelle), ha spiegato l'indagato, sarebbero sorti subito dopo la decisione della moglie di Bersano di lasciarlo. I suoi tentativi di ricomporre la frattura con la donna avrebbero innescato gli attriti con gli altri componenti della famiglia, fino alla presunta richiesta di chiarimenti di Pupo la notte dell'omicidio.
Bersano sarebbe stato chiamato dalla vittima intorno all'una di notte per un chiarimento e i due si sarebbero visti nei pressi del campo sportivo di Rosarno. Nell'auto di Pupo c'era anche il figlio Michele, rimasto ferito nella sparatoria. Bersano avrebbe raccontato al gip e al pm che non aveva intenzione di sparare, ma lo avrebbe fatto per paura, a causa delle presunte minacce del cognato. Una ricostruzione dei fatti che adesso è al vaglio del gip che dovrà decidere sulla convalida del fermo per poi emettere l'ordinanza di custodia cautelare.