I recenti casi di Bianco e Bovalino riaccendono i riflettori sul ruolo degli amministratori locali in un territorio complicato
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Non è un bel periodo per gli amministratori locali della Locride. Da qualche giorno i sindaci sono ritornati improvvisamente sotto tiro, vittime di ingiurie, offese e danneggiamenti. I recenti casi di Bianco e Bovalino hanno riacceso i riflettori sul difficile complito dei primi cittadini in un territorio complicato. Per maggiori informazioni chiedere ad Aldo Canturi e Pasquale Ceratti, rieletti lo scorso ottobre per una manciata di voti, destinatari di una lettera anonima. Sindaco e vicesindaco di Bianco non escludono ragioni politiche dietro i volantini che hanno fatto il giro degli smartphone, a pochi giorni da una sentenza del TAR sull’esito delle urne.
«La frustrazione è l’elemento dominante della missiva – ha espresso il vicesindaco Ceratti, oggetto dell’attacco - frustrazione che sicuramente attanaglia chi l’ha scritta al punto che ha definito la mia entrata in questo scenario politico come l’usurpazione del ruolo istituzionale ricoperto a danno di qualcuno che invece voleva continuare ad esercitarlo cristallizzando una situazione già consolidata in degli schemi ben definiti. Infatti, in questi schemi, la possibilità dei cambiamenti non era contemplata e quindi, la mia entrata ha determinato tutta una serie di cambiamenti figli di successi, anche personali, che danno fastidio ed alimentano quella frustrazione che più volte viene citata».
Di altra natura quanto accaduto a Bovalino, popoloso comune guidato da Vincenzo Maesano, dove una donna, dopo aver danneggiato la vetrata d’ingresso del municipio, ha minacciato verbalmente il sindaco, sostenendo di non avere ricevuto l’assistenza richiesta dai servizi sociali, prima di inveire pesantemente anche contro i carabinieri. Una situazione di disagio esplosa in rabbia, ma già nota dalle parti del Comune bovalinese. «Sapevamo che la signora da diverso tempo necessitava di cure specifiche – spiega Maesano - ma il Comune e l’ufficio politiche sociali non erano competenti ad erogarli, se non per la parte socio assistenziale. Mi auguro che la sua situazione possa risolversi per il meglio per il suo bene e per il bene della comunità».