VIDEO-INTERVISTA | I titolari di centri per il fitness, di piscine, e società dilettantistiche dell'area urbana cosentina pronti ad impugnare il provvedimento di chiusura varato dal Governo per il contenimento della pandemia: «Per noi ripercussioni devastanti»
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Il mondo dello sport e del fitness si ribella alle chiusure disposte dall'ultimo Decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tutto il settore è in subbuglio per le ripercussioni definitive devastanti, di un provvedimento ritenuto dagli operatori del settore, profondamente ingiusto.
Alla canna del gas
Quasi tutte le strutture e le società si reggono su abbonamenti periodici trimestrali o annuali. Per questo, dopo la riapertura di giugno non hanno in pratica incassato neppure il becco di un quattrino, concedendo alla propria clientela un periodo di fruizione gratuita per recuperare i mesi perduti.
Luoghi sicuri e regole rispettate
Adesso era il momento giusto per ripartire, rimettersi in sesto e recuperare anche gli investimenti in sanificazione ed acquisto dei dispositivi di protezione, affrontati per rendere palestre e centri sportivi dei luoghi sicuri. «Tutto inutile - dicono - Ma è arrivato il momento di fare sentire la nostra voce».
Il ricorso alla magistratura
Per questo nell'area urbana di Cosenza si sono messi in rete ed hanno deciso di impugnare il provvedimento del Governo, davanti al Tar del Lazio nella convinzione che i giudici amministrativi daranno loro ragione. Abbiamo raccolto le voci di Carmine Manna, della Cosenza Nuoto, di Mirko Petrovik del centro fitness Mida Club e di Tonino Chirumbolo, della Volley Cosenza.