Donna sfrattata a Reggio, dal Comune un raggio di speranza

VIDEO | Un immobile confiscato alla 'ndrangheta potrebbe essere messo a disposizione di Elisabetta Manduca. Manca solo il decreto di assegnazione da parte del sindaco Falcomatà. Il 14 settembre lo sfratto dalla vecchia abitazione sarà esecutivo

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di Angela  Panzera
16 agosto 2018
10:01

Si accende la speranza per Elisabetta Manduca, la donna di Reggio Calabria disoccupata con due figlie disabili e con uno sfratto che diventerà esecutivo il 14 settembre. Dopo vari appelli, lanciati attraverso la nostra testata, il comune avrebbe trovato una casa per lei e la sua famiglia. Si tratta di un immobile confiscato alla criminalità organizzata alla periferia sud di Reggio Calabria. Adesso manca solo il decreto di assegnazione che il comune pare firmerà prima che arrivi l’ufficiale giudiziario.


Elisabetta Manduca infatti, non vuole continuare ad abitare nella sua attuale dimora, un immobile - ubicato nel quartiere “Saracinello” sempre alla periferia sud di Reggio Calabria - che versa in precarie condizioni igienico-sanitarie e che ha gravi carenze negli impianti elettrici. La donna è stata sfrattata per morosità; a causa delle sue precarie condizioni economiche non saldava l’affitto da molti anni ed il giudice le ha ordinato di lasciare libera quella casa che abitava da quasi trent’anni. 



Parallelamente, grazie alle associazioni facenti parte l’osservatorio sul “disagio abitativo”, da anni - in particolare dal 1999 - aveva inoltrato a Palazzo San Giorgio la richiesta di una alloggio popolare così come prevede l’articolo 31 della norma che riguarda l’assegnazione di immobili pubblici per la cosiddetta “emergenza abitativa”, inerenti le drammatiche situazioni di bisogno dei cittadini. Per anni, mesi e giorni il Comune non ha trovato una soluzione ma, adesso pare che politica e burocrazia si siano attivate.


«Nei giorni scorsi - ci dice Elisabetta - ho visto questo alloggio e l’ho accettato subito. Ci sono però, dei lavori da fare e mi è stato detto che sarà il comune a compierli prima dell’eventuale assegnazione.
Adesso sono un po’ più tranquilla rispetto a prima, anche se fino a quando non vedrò il decreto firmato dal sindaco non lo sarò del tutto. Ho bisogno di vedere ”fatti” per stare serena perché solo di questo ho bisogno, serenità per me e la mia famiglia».


Se Palazzo San Giorgio manterrà la promessa, Elisabetta e le sue due figlie non solo non finiranno in mezzo a una strada, ma potranno cambiare totalmente le loro vite “togliendosi” il peso di non poter pagare un affitto. «Io continuerò a chiedere i miei diritti- continua la Manduca- così come come continuerò a lottare non solo per me, ma per tutti gli altri che versano nella mia stessa situazione».


Una battaglia quella di Elisabetta che riguarda infatti, tantissimi reggini ed in particolare quelli che aspettano lo scorrimento della graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari,  quelli che hanno diritto ad avere una casa per situazioni di povertà e i cittadini che hanno richiesto il cambio di alloggio, in presenza di determinate circostanze. Un settore però, quello dell’edilizia popolare che da molto tempo è caratterizzato da una totale paralisi istituzionale. «Al momento siamo molto fiduciosi - ha dichiarato alla nostra testata Rosalba Marotta, dell’osservatorio sul “disagio abitativo” – per la situazione della signora Manduca. Abbiamo ricevuto delle rassicurazioni dal Comune e quindi ora aspettiamo la notifica dell’atto di assegnazione. In ogni caso ci auguriamo,- continua Marotta- tutto il riordino del sistema, l’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale di una quantità maggiore di alloggi che non solo permettano di risolvere le assegnazioni “in emergenza” ma, che permettano ai vincitori del bando di gara di vedersi assegnati gli immobili. La graduatoria di assegnazione infatti, - chiosa Rosalba Marotta - è ferma all’ottavo vincitore; questa graduatoria deve scorrere ed è quindi estremamente importante che l’amministrazione proceda alle verifiche sul patrimonio degli alloggi popolari e decreti l’eventuale decadenza per chi non ha più diritto. Compiendo queste verifiche il comune potrà entrare nuovamente in possesso di altri alloggi da destinare invece, a chi ha un reale disagio abitativo».


L’impegno quindi, delle associazioni facenti parte l’osservatorio sul “disagio abitativo” continua. «Chiediamo alle persone- ha dichiarato sempre Rosalba Marotta- di segnalarci eventuali situazioni in modo da sottoporle all’attenzione del comune. A palazzo San Giorgio chiediamo infine, che venga rispettata una tempistica veloce la quale possa permettere alle persone in difficoltà di poter finalmente vivere dignitosamente in una casa».

 

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