VIDEO | La storia di un reggino in vacanza nell’arcipelago proprio quando è scoppiato Rai-Odette. Tanti ancora i danni e la miseria lasciata dalla calamità naturale (ASCOLTA L'AUDIO)
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È passato oltre un mese ma le Filippine faticano a riprendersi dal super tifone che le ha colpite il sedici dicembre scorso. Lì c’era anche un calabrese un reggino, Fabrizio Lombardo, che ci racconta quelle ore di paura, “traumatiche” e che cosa ha lasciato quella calamità naturale ribattezzata Rai Odette.
In vacanza con la compagna originaria del luogo in un resort, Fabrizio è stato tra i più fortunati grazie alla resistenza della struttura che lo ospita. La maggior parte delle case filippine, invece, ci racconta, sono state scoperchiate perché fatte di paglia o materiali leggeri.
In centinaia hanno perso la casa in quella manciata di ore in cui il vento ha raggiunto vette di 260 chilometri orari. In poche ore il cielo sereno si è trasformato in un fenomeno aggressivo e incontrollabile di cui si dice la forza sia tale da verificarsi una volta ogni venti anni circa.
Impossibile, ci racconta Fabrizio, contattare i servizi di emergenza al momento, mentre il vento rompeva porte e finestre e sradicava alberi secolari. Nella fase successiva i militari hanno assistito la cittadinanza con viveri e acqua. Ma ancora molto rimane da fare. Linea telefonica e internet sono ancora instabili, la benzina viene centellinata così come l’acqua della quale non è possibile avere più di due litri al giorno, ci spiega.
Tanta paura e una realtà tutta da ricostruire ma Fabrizio, che nelle Filippine ha la compagna, non ha intenzione di tornare. Da buon calabrese ha la testa dura e crede che se una calamità del genere avvenga quasi ogni venti anni le possibilità che ricapiti ora siano minime. Ecco perché preferisce rimanere ancora nella Filippine e posticipare il suo rientro.