Dopo l'episodio dell'88enne derubata da due finiti postini, la Polizia parla di «schema collaudato e già sperimentato». I consigli ai più fragili: «Non aprite la porta agli sconosciuti e per qualsiasi dubbio chiamate noi o i vostri parenti»
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«Uno schema collaudato e già sperimentato». Così il gip di Reggio Calabria Antonino Foti descrive il modus operandi delle truffe ai danni di anziani, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti delle due persone arrestate dalla Squadra mobile che hanno rubato monili d'oro ad una 88enne. Secondo il giudice, infatti, gli indagati Claudio Maddaloni e Salvatore Presutti, i quali si sono spacciati per postini che dovevano consegnare un pacco per un finto nipote della vittima, «hanno dimostrato di essere pienamente attivi nel settore dei reati predatori e con modalità che appaiono professionali e non sporadiche. Appare accertato anche il piano preordinato per il compimento di ulteriori furti o truffe, dimostrative come gli stessi indagati non abbiano commesso la condotta in modo occasionale o d'impeto, ma che lo abbiano fatto perché su direttive di soggetti non identificati ancora».
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I dettagli degli arresti sono stati illustrati stamattina in questura, nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla vicedirigente delle Volanti Francesca Ambrogio e dal dirigente della sezione Reati contro il patrimonio della squadra mobile Paola Valeriani. Quest'ultima ha spiegato che «quella delle truffe agli anziani è un'emergenza attuale soprattutto nel territorio reggino. I due arresti - ha affermato la funzionaria della Mobile - rappresentano un episodio di un'attività ben più ampia. Non esiste un'unica batteria di truffatori. Sicuramente ci sono più organizzazioni criminali che hanno base organizzativa in Campania e che operano sul territorio nazionale».
E ha aggiunto: «Nel Reggino una delle modalità di azione di questi soggetti è principalmente la truffa del finto incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto un parente della persona anziana che riceve la telefonata nella quale gli viene chiesto del denaro che deve essere consegnato a un soggetto il quale, subito dopo, si presenta nell'abitazione della vittima. Laddove quest'ultima non è in grado di fornire il denaro, le viene chiesto di dare quanto in suo possesso».
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Illustrando un vademecum per evitare le truffe Francesca Ambrogio ha messo in guardia gli anziani per i quali «il suggerimento fondamentale è quello di evitare di aprire la porta a persone sconosciute, anche qualora si dovessero qualificare come ipotetici tecnici dell'Enel o come funzionari Inps. Non aprite la porta a persone che non conoscete e per qualsiasi dubbio chiamate il 112, il 113 o un familiare perché è veramente improbabili che tecnici o funzionari dell'Inps si presentino dal nulla e chiedano denaro o monili e preziosi. Questi sono segnali che fanno capire che c'è qualcosa che non va».