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Riportiamo la lunga lettera del prefetto Michele di Bari al procuratore De Raho. «Nelle comunità dove maggiormente si avverte il bisogno di essere quotidianamente accompagnati dalle istituzioni, i suoi rappresentanti ne incarnano lo spirito più profondo e ne riflettono in modo palese la distanza tra i cittadini e lo Stato.
Il dott. Federico Cafiero De Raho dalla guida della procura distrettuale di Reggio Calabria approda a quella nazionale antimafia e antiterrorismo, inorgogliendo la Città metropolitana perché si tratta di un fatto, un evento che non riguarda soltanto il prestigio ed il merito di una persona, unanimemente prescelto dal Consiglio Superiore della Magistratura, quanto la sintesi di un territorio complesso e difficile che ha saputo esprimere una personalità destinata a ricoprire un incarico con respiro nazionale.
In Calabria, soprattutto nella pubblica amministrazione, nelle arti e nelle professioni, non mancano altrettante personalità con capacità straordinarie in grado di far condividere in ogni parte del mondo l'idioma calabro. Non sembrerà quindi azzardato definirle i cantori di un territorio che tra fatiche ed affanni cerca rapidamente di trovare una sua auspicata normalità. Tra queste belle risposte di luce, non vi è dubbio che vasto ed ampio risulta l'afflato che circonda il nuovo procuratore nazionale, immerso nel solco di coloro che desiderano la sconfitta della ‘ndrangheta e cercano nel diuturno intelligente lavoro il riscatto dalle sue angherie nel nome dello Stato, guardato e vissuto come l'amico al quale aggrapparsi con fiducia e riconoscenza .
Il dott. De Raho per oltre quattro anni ha realizzato una virtuosa azione istituzionale che con rigore e sguardo profetico ha creduto fino in fondo al vasto patrimonio culturale, sociale e religioso di comunità anche le più piccole per liberarle dall'aria mefitica delle organizzazioni criminali, restituirle alla vera libertà, assicurarle giustizia. Una sfida che lo ha anche emotivamente coinvolto perché giorno dopo giorno in Lui si è rafforzata la consapevolezza che la repressione non poteva ritenersi esaustiva rispetto al contrasto della ‘ndrangheta giacché tale azione avrebbe dovuto interfacciarsi con una significativa attività di prevenzione e di conoscenza dei deprecabili fenomeni malavitosi. Di qui, la sua singolare sensibilità nei confronti degli studenti , del volontariato, dei corpi sociali, degli imprenditori desiderosi di denunciare il pizzo, delle altre istituzioni dello Stato e delle forze di polizia.
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Non posso peraltro non concordare con il neo procuratore quando afferma che lascia una Calabria migliore sia per i tanti positivi risultati conseguiti sia per aver contribuito ad indirizzare le coscienze verso lo Stato ed i suoi valori costituzionali. Questi fermenti hanno contribuito a cementare la squadra Stato che, nell'ambito delle riunioni di coordinamento dei rappresentanti provinciali delle forze di polizia in Prefettura, l'hanno resa autorevole e credibile .
Nel Libro dei Proverbi è detto :“Beato l’uomo che ha trovato la sapienza e il mortale che ha acquistato la prudenza”. E’ la forza evocativa di chi guarda con speranza al futuro della comunità, abiurando i falsi miti e legando i rapporti istituzionali ad una storia di uomini onesti e lungimiranti. Di ciò, il dott. De Raho è stato un autentico testimone e protagonista che anche da Roma, ne sono certo, volgerà lo sguardo alla bellezza dello Stretto».