La sentenza emessa dalla Corte d'assise di Catanzaro riguarda la cosca di Roccabernarda nel Crotonese.Le indaginidell'inchiesta Trigarium coordinate dalla Dda guidata da Nicola Gratteri hanno consentito anche di fare luce sull’omicidio di Rocco Castiglione
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Si è concluso con pesanti condanne, anche se generalmente inferiori alle richieste dell'accusa, il processo scaturito dall’inchiesta Trigarium della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, sfociata il 30 luglio del 2018 in un blitz con cui i carabinieri hanno disarticolato il clan emergente dei Bagnato di Roccabernarda, nel crotonese.
La sentenza
La pena più pesante è per Antonio Santo Bagnato, ritenuto al vertice dell’organizzazione e considerato l'ideatore dell'omicidio, cui il tribunale ha inflitto una condanna a 24 anni e 6 mesi di carcere. Dodici anni e sei mesi per il figlio Giuseppe Bagnato, 18 anni per Antonio Marrazzo, 16 anni e 8 mesi per Antonio Cianflone, 14 anni e 3 mesi per Maurizio Bilotta, 12 anni e 6 mesi per Michele Marrazzo, 12 anni per Mario Riccio, 5 anni per Salvatore Aprigliano, 4 anni e 3 mesi per Emanuele Valenti Carcea.
Condanne anche per funzionari e professionisti del settore tecnico del Comune di Roccabernarda: Giovanni Iaquinta 3 anni e 6 mesi, Luigi Piro 2 anni, Domenico Colao 1 anno e 6 mesi, Salvatore Fonte 1 anno e 6 mesi, per questi ultimi tre accordato il beneficio della sospensione della pena. Sei anni e 1 mese di carcere per il collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta, che ha fornito ai magistrati elementi utili alle indagini sull’attività dell’organizzazione criminale. Il tribunale ha pure condannato gli imputati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite in giudizio, quantificati in 70 mila euro per la Regione Calabria e 30 mila euro per il Comune di Roccabernarda.
Le indagini
Le indagini coordinate dalla Dda guidata da Nicola Gratteri hanno consentito anche di fare luce sull’omicidio di Rocco Castiglione e del tentato omicidio del fratello Raffaele, un delitto avvenuto nel maggio del 2014 nelle campagne di Roccabernarda per il quale è in corso il processo in Corte di Assise. Il collegio del Tribunale di Crotone, presieduto da Abigail Mellace (a latere Odette Eronia e Anna Certa), ha confermato il quadro accusatorio che aveva portato il pm Paolo Sirleo a richiedere quasi 200 anni di carcere complessivi per i 14 imputati.